by Amedeo Macagno riproduzione riservata
Un sito sul bere pulito doveva per forza chiamarsi No Brett. Motivo? Non sopporto i vini affetti da Brettanomyces, quei famigerati lieviti che si manifestano con sentori di stalla, cavallo, cuoio, ecc. In questo sito non si parla comunque solo e sempre di Brettanomyces, ma di tanto altro. Visitate le pagine: La bottiglia - I fuoroclasse: vini e vignaioli - Biologici biodinamici e naturali -In vigna - In cantina- Il Locale giusto. Un'importante premessa: quando si parla di Brettanomyces è necessario distinguire tra coloro i quali accettano consapevolmente il diffondersi di questi lieviti ( molto spesso come fossero una caratteristica della bottiglia da loro degustata o prodotta) da chi, come il sottoscritto, giudica invece i vini "brettati" difettosi , sino a diventare imbevibili. Nel primo caso il discorso si chiude qui. Nel secondo siete sul sito giusto. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e buone degustazioni . ( a.m.)
Vino Pulito No brett è un sito personale no commerciale, di pura e libera informazione sul vino. Non si accettano pubblicità o articoli - redazionali a pagamento (a.m)
Parecchi anni fa un amico vignaiolo mi raccontò che in Cina a casa di un noto importatore di etichette da tutto il mondo non era riuscito a bere un vino pulito. Tutti, in primis molti francesi, noti e blasonati avevano dei difetti. E la maggior parte di questi erano “ brettari”. Succede! Ma per trovarsi in una situazione del genere, non bisogna andare fino in Cina a bere vini d’Oltralpe. Vini “ sporchi” esistono ovunque e anche qui da noi in Italia i"brettati” sono più numerosi di quanto si possa immaginare. In ogni enoteca, ristorante o sala degustazione se ne trovano a bizzeffe, compresi alcuni vini DOCG - DOC ( con tanto di commissione), spesso "famosi e costosi" . Ancora troppo spesso gli addetti ai lavori (produttori, enologi, giornalisti del settore ) ne parlano troppo poco e male. Alcuni di loro addirittura non sanno nulla sul Brett. Altri, lo conoscono perché lo hanno appreso da qualche manuale, ma “sul campo” non lo sanno riconoscere affatto. (a.m.)
BRETTANOMYCES
Brettanomyces è il nome di un genere di lieviti appartenente alla famiglia delle Pichiaceae. Attualmente il genere Brettanomyces comprende cinque specie differenti: B. custersianus, B. naardenensis, B. nanus, B. anomalus e B. bruxellensis. Di queste, le ultime due hanno forma sporigena chiamata Dekkera e sono le due specie che più spesso riguardano il vino. I difetti organolettici causati da Brettanomyces/Dekkera e riscontrati nei vini di tutto il mondo sono riconducibili a odori simili a sudore di cavallo, stalla, cuoio, sudoreetc. La presenza di questi odori è attribuibile alla produzione da parte di Brettanomyces di alcuni fenoli tra cui i due fenoli volatili 4- etilfenolo e 4-etilguaiacolo. Ma anche , 4-vinilguaiacolo ed il 4 vinilfenolo ( sopratutto in alcuni vini bianchi) e poi il 4-etilcatecolo, dotato di una spiccata nota animale. Oltre a fenoli volatili, Brett. produce acidi grassi C8 e C14 e quantitativi ragguardevoli di acido acetico. Poi altri composti in grado di interferire su una regolare fermentazione alcolica. Ah, sto diventanto noioso e quindi qui non voglio fare un trattato sui Brett. Per chi vuole approfondire consiglio di andare a visitare la pagina del sito " In cantina" dove troverete anche i rimedi per lo stop a questi "famigerati" lieviti che tendono ad omologare i vini in maniera incredibile e si manifestano con forme, tempi e modalità differenti. (a.m.)
Il Brett. non è l'unico difetto di un vino. Un inconfondibile sentore di uova marce è dato da un eccesso di acido solfidrico/idrogeno solforato. Se l’acido solfidrico "fuori controllo" permane nel vino per tempi molto lunghi combinandosi con l’alcol etilico (soprattutto in condizioni riducenti / carenza di ossigeno) produce l’etilmercaptano o sulfidrato d’etile che causa sentori di aglio e cipolla. I sentori di muffetta e fradicio sono invece spesso dovuti allo sviluppo di microorganismi della famiglia degli Attinomiceti nelle botti vecchie, mal conservate o non bene asciutte. In quest'ultimo caso spicca il sentore di paglia bagnata. Una eccessiva acidità volatile indica invece la presenza di acido acetico nel vino. Quantità di acido acetico possono essere anche prodotte da acidi fenolici nei mosti ( (acidità volatile / Brett lievito acidogenico) All’acido acetico si devono anche i sentori di smalto, acetone (Acescenza). L'Acescenza ( ossida l'alcol del vino trasformandolo in acido acetico) è dovuta principalmente dal bacterium aceti. E' una "malattia" che se diagnosticata nel vino in fase avanzata lo pregiudica irrimediabilmente. Quando è netta si manifesta spesso con uno strato biancastro sulla superficie del vino che diventa "acetoso". In seguito lo strato biancastro precipita sul fondo aumentando ancor più il sapore di aceto . ( approfondimenti acidità mosto/ vino nella pagina In cantina). Poi tralasciando il più conosciuto e "classico" sentore di tappo, tra i vini difettosi ci sono quelli ossidati (giustificando vini molto vecchi) i quali si caratterizzano con note marsalate. Un lieve arieggiamento magari dato anche da un difetto del tappo può dare invece un vino svanito. Stessa cosa ma molto più netta si può avere con un eccessivo arieggiamento durante i travasi. In tal caso il vino risulta piatto. Difettosi sono anche i vini troppo amari , in genere a causa dei batteri lattici troppo “agressivi” che attaccano la glicerina formando nuovi composti che combinandosi con i polifenoli originano sostanze dal sapore amaro (amarore). Inoltre l’amaro può essere causato da polifenoli ossidati combinati con un eccesso di solforosa che fanno diventare un vino imbevibile. L'amaro poi, molto più spesso di quanto si possa immaginare , viene dato anche da un uso "sconsiderato" del legno sopratutto delle barrique in particolare quelle nuove...( vedi anche rubrica "In Cantina").
E' sicuramente più "antico", ben lontano dagli attuali "standar" dei tanti siti, blogger, ghostwriter e vari divulgatori che ci sono in rete, ma per qualunque vostra comunicazione o intervento Vi pregherei di scrivere al mio indirizzo di posta amedeomacagno@iol.it
Sarà un piacere rispondervi o pubblicare nei limiti di spazio i vostri interventi ( consiglio interventi di max 20 righe che sono 1200 battute) Preciso inoltre che questo sito è "personale" nel senso che il sottoscritto parla molto " in prima persona" . Non è una "questione anti-pluralistica" o di incontrollabile protagonismo, ma semplicemente una scelta consapevole per una libera informazione. Anche per questo il sito non è "commerciale" e funziona a zero "marchette". Solo libere opinioni personali da semplice libero giornalista appassionato e senza alcun business master nel food e nel bere. Tutto questo anche perchè amo ancora distinguere l'informazione, dalla comunicazione /pubblicità.
Amedeo Macagno Laureato in Scienze Politiche (vecchio ordinamento) all’ Università degli studi di Torino è giornalista professionista. Dal 1988 al 1990 ha collaborato al lavoro di ricerca e stesura del libro “ La trasparenza difficile-Storia di due giornali – Il Sole e 24 Ore” di Piero Bairati e Salvatore Carrubba. 1990 Ed. Sellerio. Dal 1990 al 2002 ha scritto sul numero speciale della Rivista della Montagna CDA s.r.l. " Dimensione sci". Dal 1999 al 2006 è stato corrispondente del quotidiano La Stampa Torino. Ha collaborato e scritto vari articoli sulle riviste Alp e Alpi. Dal 2005 al 2009 . Dal 2006 al 2010 è stato collaboratore del quotidiano La Repubblica. Dal 2008 al 2012 ha collaborato al sito web transfrontaliero Alp-info e al quotidiano cartaceo elvetico Le Nouvelliste con uno spazio dedicato al Piemonte ( enogastronomia, turismo e attualità). Dal 2010 a oggi collabora con La Stampa Metropoli Da circa tren'anni è legato al mondo del vino. Per più edizioni ha fatto parte della commissione di degustatori in occasione delle Giornate del Pinot nero, evento che si svolge ogni anno in Sud- Tirolo - Alto Adige
I Settanta di Mario Pojer e Peter Dipoli sono stati festeggiati “alla grande” il 24 maggio 2014 a Mezzacorona (Tn). Amici da sempre, compagni di classe all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, sono due autorevoli personaggi del vino italiano. E indiscutibili protagonisti del buon bere. Mario con l’amico Fiorentino Sandri ha fondato a Faedo (Tn) una delle aziende più innovative al mondo. Peter, coltiva i suoi vigneti sulle pendici di Cortaccia (Bz) e vinifica a Egna in frazione Villa (Bz) dove ha una nota distribuzione di importanti etichette. La festa si è svolta nell’antica e prestigiose Cantina Martinelli , un vero è proprio museo del vino dolomitico, tra bottiglie magnum e piatti della cuoca stellata del ristorante alto atesino Zum Loewen. Mario e Peter non hanno chiesto regali, ma un contributo per “ Medici Alto Adige nel mondo”. A.M.
L'inaugurazione è oggi 11 maggio 2024 a Novara e poi per altri due giornate (12 e 13) “Taste Alto Piemonte” il grande evento realizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte con il contributo della Regione e il patrocinio del Comune di Novara e Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, e con Atl Terre dell’Alto Piemonte e Fondazione Castello di Novara. Si tratta della più grande manifestazione di zona dove si possono degustare/scoprire i vini di oltre 50 aziende presenti che proporranno le ultime annate delle 10 denominazioni dell’Alto Piemonte: Boca DOC, Bramaterra DOC, Colline Novaresi DOC, Coste della Sesia DOC, Fara DOC, Gattinara DOCG, Ghemme DOCG, Lessona DOC, Sizzano DOC, Valli Ossolane DOC.
Torino-25/03/2024 - Ecco elencate di seguito alcune bottiglie che ho trovato interessanti fra quelle che ho assaggiato nelle tre ultime manifestazioni torinesi : Audisio Wine, Salone del Vino e La prima di Alta Langa) Da Audisio Wine: Broglia Gavi Vecchia Annata 2015, Nebbiolo d'Alba Cascinotto 2021 e Barolo 2020 Alario Claudio, Champagne Fabrice Moreau Dosage Zero, Etna Rosso Feudeo 2021 Girolamo Russo. Al salone del vino di Torino: Nebbiolo Langhe Ad Mayora San Biagio 2021 ( della stessa azienda buoni anche il Barbaresco Montersino 2019 e Barolo San Rocco 2018), Piemonte Sauvignon El Fol 2022 Cinque Quinti, Nu's/ Eos Vino Bianco Le Piane 2020 e Boca Le Piane 2018 . Infine Alta Langa: Ettore Germano Riserva Blanc de Blanc 2016 Pas dosè sessantacinquemesi, Alta langa Millesimato 2020 Tenuta del Garino, Sivà Alta Langa Fratelli Arrigo, Monsignore Alta Langa 2020 e Colombo Alta Langa Blanc de Blanc 2020.
Torino 13/03/2024 - “La Prima dell’Alta Langa” – la grande degustazione dei vini Alta Langa organizzata annualmente dal Consorzio – si terrà lunedì 18 marzo 2024, dalle 10 alle 17.30 nella cornice del Teatro Regio di Torino. Dopo il successo dello scorso anno alla Reggia di Venaria, la "kermesse" replica quest'anno. Sarà occasione unica per aggiornarsi "alla Grande" sulle bollicine piemontesi famose in tutto il mondo.
Torino - Dal 2 al 4 marzo alle Ogr torinesi e al Museo del Risorgimento va in scena il Salone del vino. Il valore aggiunto di questa kermesse è quello di poter scoprire etichette poco note ma interessanti al fine di accrescere la propria “cultura” su tanti produttori piemontesi e della Valle d'Aosta.
10/02/2024 - L’evento “A tu per tu” organizzato da Audisio wine and more va in scena a Villa Sassi Torino Strada del Traforo di Pino 47, il 19 febbraio 2024. Un’occasione da non perdere per dialogare, scoprire, degustare e quindi conoscere i produttori presenti , così da aggiornare ancora di più ogni conoscenza sui vini presenti alla manifestazione. Audiso winw and more, non ha bisogno di presentazioni. Nata ufficialmente nel 1963 come agenzia di rappresentanza vini la sua attività a gestione famigliare contiua ancora oggi con successo con la selezione di molte eccellenze vinicole italiane ed estere.
Torino- 30/01/2024-L’ultima volta di “Grandi Langhe” fu per me ben quattro anni fa, quando l’evento si svolgeva ancora in Langa. All’OGR di Torino non c’ero mai stato. Devo dire che mi sono sentito come in una piccola Vinitaly piemontese. ( ancora quando frequentavo la manifestazione di Verona .. una vita fa) . All 'Ogr tanta gente, (ma era scontato ) per un successo tutto meritato. E anche se non amo le manifestazioni troppo affollate, partecipare a questo evento dove si ci può aggiornare sulle ultime annate di Langa è stato lo stesso piacevole. Perfetta l’organizzazione come la gentilezza e la disponibilità dei produttori presenti. E i vini? Beh, tanti a mio gusto quelli buoni, ma anche tanti i brettati. Aimè ancora troppi! Tra quelli buoni che ho potuto degustare ho apprezzato per eleganza e pulizia ( pulizia intesa come vino pulito e non difettoso… non affetto da brettanomyces o altri "difetti", e che può anche essere poco o non filtrato, biologico certificato oppure non certificato, biodinamico, ecosostenibile ecc ecc ecc... con i tempi che corrono, meglio specificare !) il Langhe Nebbiolo Valmaggiore 2022, come il Barolo “base” e il “Bricco delle Viole” 2020 dell’Azienda Mario Marengo di Marco e suo figlio. Poi il Langhe Nebbiolo 2022 di Gian Luca Colombo e il Roero Riserva San Michele 2020 di Marco Porello. E poi ancora: il Barbaresco 2021 e il Barbaresco Rabaja 2021 di Giuseppe Cortese, il Barolo San Lorenzo 2020 di Daniele Pelassa, come il suo Roero riserva sempre 2020. Infine il mio plauso va al Montestefano riserva 2019 Produttori del Barbaresco.(a.m.)
All' OGR Torino il 29 e 30 gennaio trecendo cantine confermano il crescere della manifestazione di carattere nazionale e internazionale. Un evento che vanta la quasi la totalità delle aziende associate al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio di Tutela Roero, con il supporto di Regione Piemonte e il sostegno di Intesa San Paolo che sono i principali promotori della grande manifestazione (a.m.)
29/07/23 Parlando oggi con un caro amico vignaiolo: “ a breve – mi dice - il tuo sito sarà inutile”. Perchè chiedo io? “ C’è il chitosano – mi risponde - è stato autorizzato già nel 2020, ma ancora pochi lo sanno. Presto lo useranno in molti. E così non ci saranno più vini "brettati”. " Ah - rispondo- che bella cosa, non lo sapevo! Proprio l' altro giorno mi sono inca.. perchè ho aperto una bottiglia di borgogna che era brettata da paura come tante altre"nostrane"che ho potuto "tastare" in questo periodo - quindi , aimè, per ora il mio sito è ancora valido. E credo che lo sia ancora per un bel pò di tempo. Anche se - concludo la conversazione- la speranza/sogno personale è quella che il chitosano usato da tutti porti alla scomparsa definitiva dei brett in ogni bottiglia che viene stappata sulla faccia della terra."! Al di là della conversazione con il mio amico vignaiolo, resta il fatto che la notizia del chitosano anti brett. ( anche per i vini bio certificati) è senza dubbio , in campo enologico la più importante che abbia mai sentito.! Una vera e propria rivoluzione. Ma cos'è il chitosano? Da quanto leggo è un derivato della chitina, un polisaccaride naturale presente nelle pareti fungine e dei crostacei. ( in enologia è ammesso quello di origine fungina). Esso è il risultato della parziale degradazione della chitina che libera così gruppi amminici responsabili della carica della molecola e della sua attività sulle membrane di batteri e funghi. La primaria importanza nell’utilizzo del chitosano in enologia è la sua comprovata attività anti microbica e in particolare nella azione diretta sui Brettanomyces attraverso un processo di assorbimento e successiva destrutturazione e flocculazione di questi lieviti. Stesso processo dovrebbe accadere anche con i batteri lattici e acetici. A questo proposito, il chitosano è utilizzato in alternativa al lisozima per il controllo delle malolattiche indesiderate o per la stabilizzazione dopo il termine della malolattica. Date queste proprietà il chitosano si sta rivelando anche un prodotto in grado di consentire così una reale riduzione dell’uso della solforosa. Direi un vero miracolo! a.m.
08-05-23- Organizzazione perfetta e tanto tanto pubblico alla Prima di Alta Langa alla Reggia di Venaria (To) . Un evento riservato agli operatori del settore che hanno potuto così aggiornarsi su quello che sta accadendo in Langa per ciò che riguarda gli spumanti. Presenti ben 60 produttori che hanno presentato le loro "bollicine". Per lo più annata 2018, e 2019. Ma c'era anche qualche "chicca" ( e meno male) "più datata" come un Cuvèe Aurora 2016 di Banfi, il Brut stessa annata di Bera, alcune Cuvèe "firmate" Gancia e quelle di Fontanafredda, ma anche l'Alta Langa extra brut Rosè 2017 (100%Pinot Nero) di Marziano Abbona. Buono. E poi , ( non poteva e non doveva mancare) Ettore Germano con due "bollicine" 2016 una più buona dell'altra : il Blanc de blanc riserva zero e il Blanc de Noir sempre pas dosè. Molto buoni anche tutti i vini di Giulio Cocchi tra cui i Pas dosè 2011, 2014 e 16.
E' la magnifica Reggia di Venaria a due passi da Torino ad ospitare quest'anno "La prima di Alta Langa" grande manifestazione annuale che che quest'anno va in scena 8 maggio 2023 dalle 9,30 alle 18,30 e dove sono in degustazione ben 140 cuvèè presentate da 60 produttori info : www.altalangadocg.com
18/06/2022 E' mancato Alexander Gottardi 61 anni, figlio del grande Bruno il mio maestro per quanto riguarda il Blauburgunder e tanti altri vini d'Oltralpe Un malore improvviso se l’è portato via durante il sonno. I funerali si svolgeranno mercoledì a Innsbruck . Alexander, era riuscito a portare aventi il lavoro del padre ad ottenere i più ambiti riconoscimenti in tutto il mondo. Sentite condoglianze alla famiglia - beileid an die familie-
Cortaccia- 16 /04/2021
Ecco i risultati della Seconda edizione del Concorso Nazionale Sauvignon Blanc che si svolge a Cortaccia in Alto Adige . Purtroppo Sauvignon Experience l’evento pubblico che affianca il Concorso, e che nel maggio 2019 aveva riscontrato una grande affluenza, a causa del Covid 19, non ha potuto andare in scena. Ma veniamo alla classifica di questa edizione che ha visto a confronto l'annata 2018 . Ha vinto Ansitz Waldgries con il suo Sauvignon “Myra” -90,4/100 punti- Al secondo posto il noto produttore altoatesino Franz Haas, Sauvignon blanc – 90,2/100 punti seguito da Kellerei Tramin, Sauvignon“Pepi” – 90,1/100 punti. Ma non solo : Le altre prime posizioni della classifica sono occupate da vini prodotti da cantine del territorio della provincia di Bolzano. I piazzamenti, equamente distribuiti fra cantine /cooperative, produttori commercianti e vignaioli hanno posto sotto i riflettori alcune realtà che hanno saputo valorizzare cru e microzone nelle quali questo vitigno ha trovato le condizioni ottimali per sviluppare le sue grandi potenzialità. Questa edizione del Concorso ha visto confrontarsi ben 85 Sauvignon blanc in rappresentanza di otto diversi territori italiani: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto, le provincie autonome di Trento e di Bolzano. Le degustazioni alla cieca si sono svolte lo scorso ottobre e hanno impegnato una giuria composta da 22 tecnici, esperti e giornalisti del settore enologico. La provenienza regionale dei degustatori è stata varia e ha ripercorso quella dei vini, coinvolgendo sette diverse regioni. A causa della situazione dovuta all’epidemia in corso, la cerimonia di premiazione si è svolta venerdì 16 aprile, presso la nuova sede di Kellerei Kurtatsch, a Cortaccia (BZ). Per Andreas Kofler e Peter Dipoli , rispettivamente Presidente e Vice-presidente del Comitato organizzatore, una riflessione e un auspicio per le prossime edizioni: “Ci rammarica constatare che vi è una riduzione nella partecipazione al Concorso da parte dei produttori di Sauvignon italiani, in particolare del Friuli Venezia Giulia. È davvero un peccato, perché grande è la tradizione diquesta regione nella produzione di Sauvignon di alto livello. La classifica finale risente di questa situazione di“mancato confronto” e ovviamente evidenzia il predominiodell’Alto Adige, zona che da sempre contende al Friuli lapalma di territorio d’elezione per il vitigno. Auspichiamo per il futuro il coinvolgimento di un numero maggiore di cantine, così da elevare il valore della competizione e dei risultati”.
I primi dieci
1 Ansitz Waldgries Südt. Sauvignon DOC Myra
2 Weingut Franz Haas Südt. Sauvignon
3 Kellerei Tramin Südt. Sauvignon Pepi
4 Gump Hof - Markus Prackwieser Sauvignon
5 Brigl Josef Weinkellerei Südt. Sauvignon Vigna Rielerhof
6 Weingut Plonerhof d. Tutzer E. & S. Exclusiv
7 Schreckbichl – Colterenzio Südt. Sauvignon Lafóa
8 Josef Wege Südt. Sauvignon DOC Maso delle Rose
8 Malojer GummerhofSüdt. Sauvignon DOC Gur zur Sand
9 Stiftskellerei NeustiftSüdt. Sauvignon DOC Praepositus
10 Kellerei St. Michael - Eppan Südt. Sauvignon Sanct Valentain
10 Kellerei Terlan Südt. Sauvignon DOC Quarz
Ecco la classifica sei primi 10 al CONCORSO NAZIONALE DEL PINOT NERO 2020, che ogni anno si tiene a Egna e Montagna (BZ) in Alto Adige. Quest'anno si è svolta unicamente la degustazione dei vini in Concorso (5/6 marzo). Sono invece state annullate le GIORNATE DEL PINOT NERO, la manifestazione pubblica che consente di assaggiare tutti i vini in concorso e una selezione di Pinot neri da tutto il mondo.L'appuntamento per tutti gli appassionati è rinviato al 2021.
Alba 29/01/2020 Tante etichette, organizzazione perfetta, molti i vini in degustazione (troppi per una due giorni) con etichette importanti e meno, il tutto alla scoperta di giovani produttori, ma anche per aggiornarsi sui più blasonati vignaioli di Langa. La manifestazione è organizzata dai Consorzi di Tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e Tutela Roero, coadiuvati da Regione Piemonte, Ente Turismo delle Langhe Monferrato e Roero e Ubi Banca. Impossibile tastare tutte le etichette presenti dei ben 206 produttori “scesi in campo”. Tra i vini che sono riuscito a degustare ( per andar via sulle mie gambe) al di là dalle gradazioni alcoliche anche se a volte bene integrate con il vino , ma troppo alte per i miei gusti …( dobbiamo farcene comunque una ragione sopra tutto in Langa).. vi segnalo il Nebbiolo 2016 e i tre Barolo ( Bricco san Pietro, Sorano, Borzone tutti 2016) di Le Cecche, puliti e buoni. Il Barbaresco Rabajà riserva (in questo caso il 2013) di Giuseppe Cortese che rimane sempre un modello intramontabile di eleganza e classicità. Per non parlare del Barbaresco Rabaja 2017, verace, un po’ duro per acidità ma con una eleganza e bevibilità da vendere. Non si può dire poi che il Bricco delle Viole Barolo 2016 di Mario Marengo non sia un grande vino. E anche se i suoi 15 % per i miei gusti sono troppi l’ho apprezzato non poco. Non pulitissimo per me il suo Barolo Brunate 2016, mentre mi è piaciuto il giovane suo Nebbiolo vigna Valmaggiore 2018. Dolcezza finale infinita sul Nebbiolo base 2017 di Giacomo Fenocchio che mi è piacito molto. Come la sua Barbera 2018. Tra i produttori meno noti mi sono piaciuti: Daniele Dabbene con un Arneis 2017 che fa legno grande francese e per una bella Barbera Valentino 2017, mentre il suo Nebbiolo Genta 2017 pecca in poca eleganza. Originali, eleganti e puliti i tre Freisa 2015 Coste dei Fre 2015 e 2016 come il Freisa langhe 2017 dell’Azienda Agricola di Mario Andrion. A mio gusto molto piacevole, elegante con un legno dosato bene il Roero riserva Antoniolo 2017 di Pelassa, azienta di Montà (cn). Pulito e con una bella bevibilità anche il suo Nebbiolo Sot, 2016 e la sua Barbera superiore San Pancrazio 2017. Mi hanno entusiasmato meno i suoi Barolo, sia il base 2015 che il San Lorenzo di V. 2015 che non erano tanto puliti. Affinati in barrique francesi non mi sono dispiaciuti il Roero e il Nebbiolo 2015 di Ponchione Maurizio , puliti . Vicino a lui mi sono piaciuti i Roero di Marco Porello, il Torretta 2016 e il riserva San Michele , anche se forse per la temperatura spiccava una dolcezza finale un po’ esagerata, ma alla fine piacevole. Anche in questa manifestazione devo dirvi che i vini poco puliti erano tanti. Inutile elencarli. Lascio il compito agli addetti ai lavori sicuramente molto più esperti del sottoscritto nel giudicarli. Comunque molti avevano un Brett. molto pronunciato. Altri ancora erano molto “ in bilico” tra la situazione i cui vini hanno una gran bella bella frutta data da fecce residui nobili / lieve filtrazione, no chiarifiche ecc, ( questi vini quando rimangono puliti fanno godere davvero) e quella dove questa frutta viene sporcata da residui "meno nobili " generando fenoli volatili “cattivi” con conseguenti sentori più o meno pronunciati di brett. (amedeo macagno)
E' senza dubbio una manifestazione da non perdere. Non solo perché ospita la premiazione del Concorso “Mondial des vins Extremes 2019”, ma soprattutto perchè tra i vini in degustazione si scoprono alcuni veri “fuoriclasse”. Il tutto tra un’organizzazione impeccabile e la cornice dell’imponente Forte di Bard, un vero gioiello dell’architettura militare di montagna. Tanti i vini degustati che mi hanno colpito positivamente. Per dirvela tutta sono andato a Vins Extremes soprattutto per assaggiare i Pinor Noir della Vallè . Poi chiaramente non ho saputo resistere è ho bevuto molto volentieri anche altri vini. Sui Pinot neri, a part quello di Elio Ottin, a dir poco eccezionale, per un uso del legno da fuoriclasse e per tanto altro , mi hanno entusiasmato i Pinot Noir 2018 di Crotta di Prado, ( per profuni ed eleganza proprio come fu un suo Pinot noir 2015) quello di Lo Triolet , (azienda che produce anche uno strepitoso Gamay) e quello della maison agricole D&D. Delusione a mio gusto, invece per il Pinot noir+Petit Rouge dell’ azienda Monaja a causa una forte nota brett. Lasciando i Pinot noir tra i tanti vini rossi buoni e puliti presenti in sala degustazione ho molto apprezzato il premiato il Nebbiolo Nèmore 2016 dei Fratelli Marco, ma mi ha colpito ancor più per la sua eleganza lo stesso vino vinificato nel 2017 ( a dir dal produttore annata difficile per un grandinata, ma con un risultato a mio gusto eccezionale). Tra i vini bianchi, niente male i due Erbaluce ( l’ Aura, vino fermo vinificato in acciaio con affinamento sulle fecce fini con battonàge e Albèdo, spumante metodo classico pas dosè fine ed elegante) sempre dell’Azienda canavesana Fratelli Marco. Fresco e semplice ma nello stesso tempo singolare per la sua eleganza e la spiccata bevibilità il Rosato ( uve Nebbiolo 100% ) Coste della Sesia di Pietro Cassina, viticoltore a Lessona (BI) dove i suoi più che validi Nebbiolo " "classici" in purezza per una sua filosofia vanno bevuti e quindi messi sul mercato degli appassionati quando, a suo gusto, sono pronti ( e quindi anni dopo tutti gli altri Nebbiolo "concorenti" che si possono acquistare). Tornando ai bianchi sapido ed elegante anche il Mùller Thurgau dell’azienda Crotta di Prado. Della stessa azienda buono anche il Pinot Grigio, come quello del 2017 di Tanteum e Marietta ( azienda di Aosta che produce anche un buon rosso Gamay + Petit Rouge+ Cornalian ) come i vari bianchi dell’Azienda Triolet .
Torino – Alcuni dei vini che hanno conquistato i Tre bicchiere della Guida vini 2020 del Gambero Rosso si sono potuti degustare a Torino lunedi 28 ottobre 2019 negli eleganti spazi di Palazzo Copernico. Organizzazione come sempre perfetta con 65 vini ( più qualche etichetta "fuori guida") a disposizione del numeroso pubblico in tre sale diverse : una prima per i vini rossi, una seconda per i bianchi e una terza per le bollicine. Tra i rossi mi ha sorpreso per eleganza e bevibilità il Roero Valmaggiore V. Audinaggio 2017 bio certificato di Cascina Ca Rossa. Buono anche il più che conosciuto ( come del resto l’80% dei vini premiati da questa guida) Barolo Brunate 2015 di Giuseppe Rinaldi ( bella dolcezza finale). Elegante , pulito e con una bella bevibilità il Barolo Cerretta 2015 di Garesio ( una punta di sapidità in meno lo renderebbe ancora più interessante) Avvolgente e buona anche la Barbera di Garesio 2017. Mi ha sorpreso più che positivamente il Dolcetto di Gaggino ( Ovada Convivio 2017) a mio gusto un grande Dolcetto. Molto buona la Barbera d’Asti Lavignone 2017 Pico Maccario ( quando il legno viene usato bene). Non di mio gusto ( anche perchè ho sentito molto di più che una nota brett.) ma apprezzato e richiesto in sale degustazione il Barbaresco Pajorè 2016 di Sottimano. Fuori Piemonte ho degustato volentieri il Petra Rosso 2017 Toscano di qualità con un buon legno e due Chianti classico : il riserva 2016 Castello di Albola e quello di Rocca di Castiglioni. Tra i bianchi mi ha un po’ deluso lo Chardonnay Cuvèe Bois di Les Cretes 2017( da sempre un Tre bicchieri) al naso esalta con un buon legno , sempre deciso , ma buono. In bocca il vino si ferma. E’ caldo , stucchevole e ha un finale troppo sull'amaro probabilmente dato dal legno nuovo. Mi è piaciuto invece Il Sicilia Catarratto Terre Rosse di Giabbascio 2018 di Centopassi.. Sempre regolare con forse un pizzico di troppo in sapidità il Gavi Minaia 2018 firmato Nicola Bergaglio. Tra le bollicine , numero uno il Nature M.Cl. di Monsupello . Un grande Oltrepò con soli 2 gr di zuccheri residui da non perdere.
L’ edizione di quest’anno di “Torino Beve Bene” ( vedi anche articolo dello scorso anno), la manifestazione che mette insieme vini da agricoltura biologica certificata, biodinamici (o ambedue), e i “natur” più esasperati è andata in scena a Torino esposizioni il 26 e 27 ottobre 2019. Ecco com’è andata.
Le piace?” Mi domanda uno dei tanti produttore di un vino bio certificato e biodinamico di un vitigno ligure che adoro. Gli rispondo: “ si non sarebbe male , ma sento una forte nota brett. “ Non è possibile – mi risponde un po’ seccato- è il primo che mi dice una cosa del genere.” Pace, mi allontano e cambio produttore. Vado da un “natur ” autocertificato. Non vi dico i prezzi delle sue bottiglie… non ci volevo credere… e spero di aver capito male… Comunque, non avevo mai assaggiato , a mio gusto, dei vini così difettosi. Di tutto e di più. Nei rossi il brett era oltre a quello che potevo immaginare . Mi spiego: ogni tanto il brett viene paragonato all’urina di topo. Ecco, non che io abbia mai assaggiato i bisogni di alcun roditore , e personalmente non mi piace usare tali paragoni, ma in quel vino vi giuro che la pipì di animale poteva proprio starci. Eppure il giovane produttore ne era entusiasta ( e aimè non solo lui !) Incredibile! “ A me fa impazzire, mi da una energia particolare”, continuava a ripetermi. Boh, de gustibus! Per fortuna a “Torino Beve Bene” come sempre ben promossa e organizzata, i vini non erano tutti così. E anche se i “brettati” a vari livelli in questo tipo di manifestazioni sono ancora troppi ( ma giustamente in eventi del genere non si ci pone neppure il problema - ed è un peccato perché in fare vini bio certificati / biodinamici puliti è possibile) qualcosa di bevibile c’era. Personalmente, anche quest’anno se devo dirvela tutta tra i circa 100 tra produttori e distributori presenti non ho trovato un vino che mi abbia entusiasmato da dire lo voglio, ma ho apprezzato ad esempio un Merlot 2017 in purezza Bio certificato e biodinamico della Tenuta Lenzini di Barga (Lu) affinato in acciaio e della stessa azienda buoni ( anche se”pungevano” un po’ di più credo per solfiti) il Cabernet Sauvignon + Franc + Syrah 2016 affinato in botte grande e il Syrah in purezza affinato in Tonneaux per 24 mesi. Eccellente anche il Mercurey Premier cru Champ Martin di Lefort David credo "ecosostenibile" promosso da un distributore/importatore piemontese. (a.m.)
Anche quest’anno non poteva mancare il mio contributo alle Giornate del Riesling di cui ricordo la strepitosa prima edizione del 14 .11. 2005 dove un pubblico di veri appassionati, tra cui il sottoscritto, avevano potuto degustare ben 83 riesling provenienti da tutto il mondo. Quest'anno la manifestazione è in scena dal 19 ottobre al 24 novembre 2019. Queste Giornate del Riesling si svolgono come sempre a Naturno (in Alto Adige). Durata: ben cinque settimane di degustazioni ed eventi, con un programma molto ricco che culminerà con la premiazione del miglior Riesling che partecipa alla manifestazione. Durante la manifestazione si potrà scoprire davvero il Riesling, in tutte le sue sfumature, attraverso produttori locali e internazionali. Le degustazioni enologiche permetteranno di assaporarne il profumo e il gusto, riconoscerne i tratti peculiari e comprenderne le distinzioni. Il programma della manifestazione include alcuni tour enologici presso i produttori di Riesling locali., ma anche la possibilità di provare Riesling provenienti da tutto il mondo. info: riesling@naturns.it ( a.m.)
Reduce dalla Foire aux vins dove ho potuto degustare vini eccezionali e con un ottimo rapporto qualità prezzo segnalo due Gamay ( sotto i 10 euro dal produttore o in occasione della Fiera) da non perdere. Siamo nel Le Beaujolais/ Lyonnais: il primo è il Juliènas Veilles Vignes 2017 di Jean Marc Monnet (6/7 euro) un rosso semplice e pronto subito. Qui l’uva Gamay si sente tutta. Il secondo è il Moulin –à-vent Tentation 2017 del Domaine Colonnat ( 8/9 euro) un altro Gamay di buona fattura e bevibilità, pulito e molto piacevole. Ambedue i vini non superano i 13 gradi. Tra i Pinot noir di Bourgogne a prezzi accessibili da non perdere c’è il Santenay Veilles Vignes 2018 Capuano Ferrari ( 15 euro dal produttore o in occasione della Fiera ) da bere subito o da conservare anche 10 anni. Tredici i suoi gradi per un grande vino vellutato e super elegante. Tra i bianchi vi segnalo il Pouilly Fumè del Domaine Seguin, senza dubbio un Sauvignon Loira di serie A. La sua bevibilità con i suoi 12 gradi è imbarazzante. Anche le pecche di questa Foire aux vins 2019 sono state tante. Insomma ho trovato molti vini consigliati dagli addetti ai lavori che mi hanno deluso. Uno su tutti il Menetou-Salon Les Chandelières 2018 di Antoine De La Farge. Sporco, con un brettanomyces - cuoio insopportabile e credo con troppi zuccheri concentrati aggiunti ( 14,5 gradi) l’ho trovato veramente imbevibile. Insomma un Pinot Noir di Loira da dimenticare! ( a.m.)
TUTTO E' POSSIBILE
A prova che nel mondo del vino può accadere di tutto ho letto che un un vignaiolo ha scelto di evidenziare un vino affetto dai lieviti/funghi Brettanomyces scrivendolo sull’etichetta. Boh! Una strategia commerciale? Oppure un voler distinguersi a priori dai tanti ( troppi) vini "affetti" da Brett? Boh! Non lo so e non voglio neanche saperlo. Potrebbe anche essere , (come pare abbia dichiarato lo stesso produttore) il modo migliore per esorcizzare un grosso difetto del suo vino.. Anche se così fosse , la ritengo una forzatura assoluta con l'unico vantaggio che coloro i quali , come il sottoscritto, non sopportano il Brett. nel vino possono a priori starne alla larga. Il vino “brettato” dichiarato tale si chiama“Mr. Brett” e dovrebbe/potrebbe essere un Cabernet Sauvignon del 2013 dell’Azienda Agricola San Donatino di Castellina in Chianti prodotto da Mathieu Ferré. ( a.m.)
Montagna/ Egna- Anche quest’anno non poteva mancare il mio contributo alle Giornate del Pinot Nero andate in scena da sabato 18 a lunedì 20 maggio 2019. Beh! Che dire: organizzazione perfetta, circa 120 Pinot noir annata 2016 da degustare ( 98 in gara dall’Alto Adige – Sud Tirol alla Sicilia più un’importante selezione da : Francia , Germania, Austria; Svizzera , Sud Africa, Nuova Zelanda e Australia). Molto interessanti gli appuntamenti collaterali alla manifestazione giunta alla sua 21/ a edizione, in primis, la conferenza “ Il lievito, il vigneto, la biodiversità: una discussione sui lieviti autoctoni” che si è svolta lunedì 20.
IN SALA DEGUSTAZIONE Vi dico da subito che quest’anno i Pinot che ho apprezzato di più in assoluto ( anche se “ naturalmente” differenti uno dall’altro) sono stati il Bellaveder riserva “ Faedi ( Gradi 13,5/ acidità 4,7/ zuccheri residui 0,9) e il Vosne Romanèè del Domaine Michel Gros, borgognomo (fuori concorso). Il Bellaveder Pinot Nero “ Faedi” al naso mi ha ricordato addirittura un vecchio Gottardi. Fresco elegante e pulito con il legno giusto che quasi non si sente mi ha veramente stupito. Sul Vosnè Romane che dire. Buono buono , si tanto legno… ma che legno! Il vino è ancora super giovane , ma nello stesso tempo già pronto e godurioso al massimo a soli 13 %. Tra quelli che mi hanno invece deluso di più ci sono: tra i trentini il Naso Poli ( di solito non è mai stato un grande , ma era sempre pulito piacevole invece questa volta volatile ecc ) e il Lumelli (troppo pungente al nasco e volatile accentuata) e tra gli alto atesini il Blauburgunder Stachlburg del barone Von Kripp tanto legno, stanco ecc. E' incredibile per questo vino che è sempre stato uno dei miei preferiti per sapidità ed elaganza da vendere. Troppo legno anche nel Ludwig di Elena Walch, nel Terlan Monticol e nello Stroblhof , ambedue vini perfetti e piacioni ai massimi livelli, ma con troppo e ripeto troppo legno. Risultato: stucchevoli come tanti altri “ loro colleghi” sud tirolesi alcuni dei quali si sono aggiudicati i primi posti . Tra quelli che invece ho apprezzato di più per un minimo di freschezza ed eleganza (nel rispetto dell’annata) e quindi con un legno molto meno invasivo ci sono: Il Castel Juval molto elegante e dove il legno sembra non esserci, il Kurtatsch “Mazon” dove spicca un poco troppa acidità ma che premia in eleganza, il Kranzelhof “ Libra” bolzanino , ma stile Val Venosta, il Manicor “Mason “ (che per la prima volta lo scorso anno mi aveva deluso perché brettato ai max livelli) pulito, elegante , il Glassierhof “ Himalaya” con una bella dolcezza e bevebilità come il Carlotto, anche qui grande bevebilità ma con un pizzico ( andandolo proprio a cercare) in meno di eleganza rispetto ad altre annate , comunque affascinante complesso avvolgente e unico. Non male l’ Andrian “ Anrar” dove si, spicca molto il legno , ma non mi ha disturbato più di tanto , forse per la sua giusta dolcezza finale . Stessa cosa per il Marinuhof- Heiner Pohl. Niente male anche il Vallèe d’Aoste “ L’Emerico” di Elio Ottin , elegante con la giusta acidità, forse un po’ troppi solfiti( sentore zolfo al naso che punge un pochino). Tra gli imbevibili ci sono invece : Marchesi Alfieri “ San Germano” Piemonte doc brettato.. cavallo puro, come il “ Vigna Brumano “ dell’az. Ruiz De Cardenas Oltrepò Pavese, brett ai massimi livelli anche per il Pinot dell’Azienda La Torretta – Colli Piacentini. Meno invasiva la puzza nel Frecciarossa “ Giorgio Odero” che mi ha così deluso non poco. Brettato il “ Divenire 18” di Le Corne , provincia di Bergamo per non parlare; ma qui è tradizione” del 2 Noir” di Mazzolino , Oltrepò Pavese, imbevibile. Grande Brett. anche nel “ Iri” dell’azienda Agricola Molinelli Emilia IGT come tra i toscani “ Cuna “ di Federico Staderini e nel Fortuni del Podere Fortuna
Da sabato 18 a lunedì 20 maggio 2019 vanno in scena Le Giornate del Pinot nero. Siamo nella Bassa Atesina a Egna e Montagna. Giunte alla XXIª edizione offrono un programma ricco sia di etichette da degustare ( 120 in gara più una panoramica sull’estero) http://www.blauburgunder.it/ che di appuntamenti collaterali da non perdere. Tra questi molto interessante è un seminario tecnico di approfondimento sul tema dei lieviti autoctoni e tanto altro. A vincere anche questa edizione dove la commissione ha giudicato l'annata 2016 ( se si esclude un secondo posto di Kollerhof e un quinto di Klosterhof) sono stati " i soliti noti" : 1 ) Girland " Trattmann" 2) Terlan " Monticol" Strobllhof Riserva, Kollerhof " Mazon Aegis", 3) Michael Eppan "Saint Valentine" 4) Manicor " Mason" 5) ElenaWalch e Klosterhof " Schwarze Madonna" http://www.blauburgunder.it/sieger/2019/
Taste Alto Piemonte è senza bubbio "il tempio" dei Nebbiolo (Spanna) delle Vespolina, Uva Rara ( Bonarda novarese) e delle Croatina. Il tutto nelle diverse denominazioni di Bramaterra, Boca, Coste della Sesia, Fara, Gattinara, Ghemme, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane e Colline novaresi. I loro disciplinari oltre al classico Erbaluce e a volte allo Chardonnay per i vini bianchi, ammettono anche vitigni come Barbera e Merlot che nell’Alto Piemonte hanno una storia. Questa manifestazione di tre giornate è andata in scena il 30/31 Marzo e 1 Aprile 2019. Permette agli appassionati di approfondire e aggiornare le loro conoscenze su questi Vini che di classe e tradizione ne hanno da vendere. Il tutto non solo attraverso l’incontro diretto con i produttori, ma con l’assaggio "libero” ( dopo aver pagato l'ingresso) di tutti i vini presenti. Non come in quelle vergognose manifestazioni dove ci sono i bollini, i gettoni o altre trovate a pagamento da utilizzare per poter degustare ogni singolo vino. A Taste Alto Piemonte ci sono stato sabato 30 marzo 2019. Devo dire che l'organizzazione è stata perfetta. Il tutto grazie al Consorzio tutela Nebbioli Alto Piemonte e ai suoi partner. Grande anche la professionalità dei Cinquanta produttori presenti all'incontro nelle sale del Castello di Novara. Tra i vini che ho apprezzato e che consiglio a tutti gli appassionati ci sono quelli del giovane viticoltore di Cossato Fabio Zambolin. E cioe: il suo Feldo 2016 un Coste della Sesia con Nebbiolo 50 % , 25 % Croatina , 25 % Vespolina ( senza lieviti aggiunti) pur essendo un uvaggio è profumato, elegante, sapido , minerale, con la giusta acidità e soprattutto si fa bere. In bocca senti veramente l’uva. Ancora più affascinante è il Vallelonga 2016, un Nebbiolo in purezza che bisognerebbe sempre avere in cantina. La sua pulizia eleganza e tipicità lo contraddistinguono “alla grande” insieme ad una bevibilità imbarazzante. Gli altri vini che ho apprezzato sono stati quelli di Cascina Preziosa ( Cossato) . A partire dalla Vespolina 2017 in purezza che si chiama “Il More” ( fermentazione con lieviti autoctoni) sino al Coste della Sesia 2016 “ Diarmaj” ( Nebbiolo Spanna con un pizzico di Barbera fermentazione anche qui senza lieviti selezionati) avvolgente pulito, molto piacevole. E infine il Nebbiolo al 100% “Castelg” 2106 dove c’è eleganza e bevibilità da vendere e dove l’uva Nebbiolo Spanna si sente tutta. Ottimi, (ma non avevo bubbi l’azienda la conosco da sempre) tutti i vini di Le Pianelle ( Brusnengo) dove oltre agli spaziali Bramaterra di diverse annate spicca un piacevole e fresco rosato 2018 “Al posto dei Fiori”. Buoni anche i vini di La Provestura ( Lessona) tra cui il Garsun 2017. Meritevoli e puliti ( a parte un vecchio Bramaterra mi pare 2011 che era brettato) i vini di La Palazzina ( Roasio) tra cui ha spiccato un Coste della Sesia elegante e sapido.
(a.m.)