VINO PULITO NO BRETT

by  Amedeo Macagno                         riproduzione riservata



Un sito sul bere pulito doveva per forza chiamarsi No Brett.  Motivo? Non sopporto i vini affetti da Brettanomyces, quei  famigerati lieviti che si manifestano con sentori di stalla,  cavallo, cuoio, ecc. In questo sito non si parla comunque solo e sempre di Brettanomyces, ma di tanto altro.  Visitate le pagine:  La bottiglia - I fuoroclasse: vini e vignaioli - Biologici biodinamici e naturali -In vigna - In cantina- Il Locale giusto. Un'importante premessa: quando si parla di Brettanomyces è necessario distinguire tra coloro i quali accettano consapevolmente il diffondersi di questi lieviti ( molto spesso come fossero una caratteristica della bottiglia da loro degustata o prodotta) da chi, come il sottoscritto, giudica invece i vini "brettati" difettosi , sino a diventare imbevibili. Nel primo caso il discorso si chiude qui. Nel secondo siete sul sito giusto. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e buone degustazioni . ( a.m.)

 

Vino Pulito No brett è un sito personale no commerciale, di pura e libera informazione sul vino. Non si accettano  pubblicità o articoli - redazionali a pagamento (a.m)


Brettanomyces

Vini "brettati" più numerosi di quanto si possa immaginare!

Parecchi anni fa un amico vignaiolo  mi raccontò che in Cina a casa di un noto importatore di etichette da tutto il mondo non era riuscito a bere un vino pulito. Tutti, in primis molti francesi, noti e blasonati avevano dei difetti. E la maggior parte di questi erano “ brettari”. Succede! Ma  per trovarsi in una situazione del genere, non bisogna andare fino in Cina a bere vini d’Oltralpe. Vini “ sporchi” esistono ovunque e anche qui da noi in Italia i"brettati”  sono più numerosi di quanto si possa immaginare. In ogni enoteca, ristorante o sala degustazione se ne trovano a bizzeffe,  compresi  alcuni vini  DOCG - DOC ( con tanto di commissione),  spesso "famosi e costosi" . Ancora troppo spesso gli addetti ai lavori (produttori, enologi, giornalisti del settore ) ne parlano troppo poco e male. Alcuni di loro  addirittura non sanno nulla sul Brett. Altri, lo conoscono perché lo hanno appreso da qualche manuale, ma “sul campo” non lo sanno riconoscere affatto. (a.m.)

 

BRETTANOMYCES

 

Brettanomyces è il nome di un genere di lieviti appartenente alla famiglia delle Pichiaceae. Attualmente il genere Brettanomyces comprende cinque specie differenti: B. custersianus, B. naardenensis, B. nanus, B. anomalus e B. bruxellensis. Di queste, le ultime due hanno forma sporigena chiamata Dekkera e sono le due specie che più spesso riguardano il vino. I difetti organolettici causati da Brettanomyces/Dekkera  e riscontrati nei vini di tutto il mondo sono riconducibili a odori simili a sudore di cavallo, stalla, cuoio, sudoreetc. La presenza di questi odori è attribuibile alla produzione da parte di Brettanomyces  di alcuni fenoli  tra cui  i due fenoli volatili 4- etilfenolo e 4-etilguaiacolo.  Ma anche , 4-vinilguaiacolo ed il 4 vinilfenolo ( sopratutto in alcuni vini bianchi) e poi il 4-etilcatecolo, dotato di una spiccata nota animale. Oltre a fenoli volatili,  Brett. produce  acidi grassi C8 e C14  e quantitativi ragguardevoli di acido acetico. Poi altri composti in grado di interferire su una regolare fermentazione alcolica. Ah, sto diventanto noioso e  quindi qui non voglio fare un trattato sui  Brett.  Per chi vuole approfondire consiglio di andare a visitare  la pagina del sito " In cantina" dove troverete anche i rimedi per lo stop a questi "famigerati" lieviti  che  tendono  ad omologare i vini  in maniera incredibile e  si manifestano con forme, tempi e modalità differenti.  (a.m.)

 

 


Oltre al Brett.

 Il Brett. non è l'unico difetto di un vino. Un inconfondibile sentore di uova marce è dato da un eccesso di acido solfidrico/idrogeno solforato. Se l’acido solfidrico "fuori controllo"  permane nel vino per tempi molto lunghi combinandosi con l’alcol etilico (soprattutto in condizioni riducenti / carenza di ossigeno) produce l’etilmercaptano o sulfidrato d’etile  che causa  sentori di aglio e cipolla.  I sentori di muffetta e  fradicio  sono invece  spesso dovuti allo sviluppo di microorganismi della famiglia degli Attinomiceti nelle botti vecchie, mal conservate o non bene asciutte. In quest'ultimo caso spicca il sentore di paglia bagnata. Una eccessiva acidità volatile indica invece  la presenza di acido acetico nel vino. Quantità  di acido acetico possono essere anche prodotte da acidi fenolici nei mosti ( (acidità volatile / Brett lievito acidogenico) All’acido acetico  si devono anche  i sentori di smalto, acetone (Acescenza). L'Acescenza ( ossida l'alcol del vino trasformandolo in acido acetico) è dovuta principalmente dal bacterium aceti. E' una "malattia" che se diagnosticata nel vino in fase avanzata lo pregiudica irrimediabilmente. Quando è netta si manifesta spesso con uno strato biancastro sulla superficie del vino che diventa "acetoso". In seguito  lo strato biancastro precipita sul fondo aumentando ancor più il sapore di aceto . ( approfondimenti acidità mosto/ vino nella pagina In cantina). Poi tralasciando il più conosciuto e "classico" sentore di tappo, tra i vini difettosi ci sono quelli ossidati (giustificando vini molto vecchi) i quali  si  caratterizzano con note marsalate.  Un lieve  arieggiamento magari dato anche da un difetto del tappo può dare invece un vino svanito. Stessa cosa ma molto più netta si può avere con un eccessivo arieggiamento durante i travasi. In tal caso il vino risulta piatto.  Difettosi sono anche i vini troppo amari , in genere a causa dei batteri lattici troppo “agressivi” che attaccano la glicerina formando nuovi composti che combinandosi con i polifenoli originano sostanze dal sapore amaro (amarore). Inoltre l’amaro può essere  causato da polifenoli ossidati  combinati con un eccesso di  solforosa che fanno diventare un vino imbevibile. L'amaro  poi, molto più spesso di quanto si possa immaginare , viene dato  anche  da un uso "sconsiderato" del legno sopratutto delle barrique  in particolare quelle nuove...( vedi anche rubrica  "In Cantina").


A tu per tu con il lettore

E' sicuramente più "antico", ben lontano dagli attuali "standar" dei tanti siti, blogger,  ghostwriter e vari divulgatori che ci sono  in rete, ma per qualunque vostra comunicazione o intervento Vi pregherei di scrivere al mio indirizzo di posta  amedeomacagno@iol.it

Sarà un piacere rispondervi o pubblicare nei limiti di spazio i vostri interventi ( consiglio interventi di max 20 righe che sono 1200 battute) Preciso inoltre che questo sito è "personale" nel senso che il sottoscritto parla molto  " in prima persona" . Non è una "questione anti-pluralistica" o di incontrollabile protagonismo, ma semplicemente una scelta consapevole per una libera informazione.  Anche per questo  il sito  non è "commerciale"  e funziona a zero "marchette". Solo libere opinioni  personali da semplice libero giornalista appassionato e senza alcun  business master nel food e nel bere. Tutto questo anche perchè amo ancora distinguere l'informazione, dalla comunicazione /pubblicità.




Amedeo Macagno Laureato in Scienze Politiche (vecchio ordinamento) all’ Università degli studi di Torino è giornalista professionista.  Dal 1988 al 1990 ha collaborato al lavoro di ricerca e stesura del libro “ La trasparenza difficile-Storia di due giornali – Il Sole e 24 Ore”  di Piero Bairati e Salvatore Carrubba. 1990 Ed. Sellerio. Dal 1990 al 2002 ha scritto sul numero speciale della Rivista della Montagna CDA s.r.l.  " Dimensione sci". Dal 1999 al 2006 è stato corrispondente del quotidiano La Stampa Torino. Ha collaborato e scritto vari articoli sulle riviste Alp e Alpi. Dal 2005 al 2009 . Dal 2006 al 2010 è stato collaboratore del quotidiano La Repubblica. Dal 2008 al 2012  ha  collaborato al sito web transfrontaliero Alp-info e al quotidiano cartaceo elvetico Le Nouvelliste  con uno spazio dedicato al Piemonte ( enogastronomia, turismo e attualità). Dal 2010 a oggi collabora con La Stampa Metropoli Da circa tren'anni è legato al mondo del vino. Per più edizioni ha fatto parte della commissione di degustatori in occasione delle Giornate del Pinot nero, evento che si svolge ogni anno in  Sud- Tirolo - Alto Adige

 

Le vie del vino


25/03/2024  I  miei commenti sulle  bottiglie che mi sono piaciute di più tra quelle che ho assaggiato nelle tre ultime manifestazioni  torinesi visitate dal sottoscritto ( Audisio Wine, Salone del Vino,  La prima  di Alta Langa) le troverete a breve nella rubrica del sito" La bottiglia". Come sempre, quando vengo accreditato/invitato per mia scelta  non ci saranno i miei personali  commenti  sui vini difettosi ,  tra cui i brettati  ( che  come sempre, non sono mancati affatto ). 

Torino 13/03/2024 - “La Prima dell’Alta Langa” – la grande degustazione dei vini Alta Langa organizzata annualmente dal Consorzio – si terrà lunedì 18 marzo 2024, dalle 10 alle 17.30 nella cornice del Teatro Regio di Torino. Dopo il successo dello scorso anno alla Reggia di Venaria, la "kermesse" replica quest'anno. Sarà  occasione  unica per aggiornarsi "alla Grande" sulle bollicine piemontesi famose in tutto il mondo.


Torino salone del vino 2024

Torino - Dal 2 al 4 marzo alle Ogr torinesi e al Museo del Risorgimento va in scena il Salone del vino. Il valore aggiunto di questa kermesse è quello di poter scoprire etichette poco note  ma interessanti al fine di accrescere la propria “cultura”  su tanti produttori piemontesi e della Valle d'Aosta.

A  villa sassi - Torino audisio wine

10/02/2024 - L’evento “A tu per tu” organizzato da Audisio wine and more va in scena a Villa Sassi Torino  Strada del Traforo di Pino  47, il 19 febbraio 2024. Un’occasione da non perdere per dialogare, scoprire, degustare e quindi conoscere i produttori presenti , così da aggiornare ancora di più ogni conoscenza sui vini presenti alla manifestazione. Audiso winw and more, non ha bisogno di presentazioni. Nata ufficialmente nel 1963 come agenzia di rappresentanza vini la sua attività a gestione famigliare  contiua ancora oggi  con successo con la selezione di molte eccellenze vinicole italiane ed estere. 

 


Grandi Langhe due giorni di success0

Torino- 30/01/2024-L’ultima volta  di “Grandi Langhe”  fu per me ben quattro anni fa, quando  l’evento si svolgeva ancora in Langa. All’OGR di Torino non c’ero mai stato. Devo dire  che mi  sono sentito come in una piccola Vinitaly piemontese.  ( ancora quando frequentavo la manifestazione di Verona .. una vita fa) . All 'Ogr tanta gente, (ma era scontato ) per un successo tutto meritato. E  anche se non amo le manifestazioni troppo affollate, partecipare a questo evento dove si ci può aggiornare sulle ultime annate  di Langa è stato lo stesso piacevole. Perfetta l’organizzazione come la gentilezza e la disponibilità dei produttori presenti. E i vini? Beh, tanti a mio gusto quelli buoni, ma anche tanti i brettati.  Aimè ancora troppi! Tra quelli buoni che ho potuto degustare ho apprezzato  per eleganza  e pulizia ( pulizia intesa come vino pulito e non difettoso… non affetto da brettanomyces o altri "difetti", e che può  anche essere poco o non filtrato, biologico certificato oppure non certificato,  biodinamico, ecosostenibile ecc ecc ecc... con i tempi che corrono, meglio specificare !)  il Langhe Nebbiolo Valmaggiore 2022, come il Barolo “base” e il “Bricco delle Viole” 2020 dell’Azienda Mario Marengo di Marco e suo figlio. Poi il Langhe Nebbiolo 2022 di Gian Luca Colombo e il Roero Riserva San Michele 2020 di Marco Porello. E poi ancora: il Barbaresco 2021 e il Barbaresco Rabaja 2021 di Giuseppe Cortese, il Barolo San Lorenzo 2020 di Daniele Pelassa, come il suo Roero riserva sempre 2020. Infine il mio plauso va al Montestefano  riserva 2019 Produttori del Barbaresco.(a.m.)


GRANDI LANGHE 2024

All' OGR Torino il 29 e 30 gennaio trecendo cantine confermano il crescere della manifestazione di carattere nazionale e internazionale. Un  evento che vanta la quasi la totalità delle aziende associate al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio di Tutela Roero, con il supporto di Regione Piemonte e il sostegno di Intesa San Paolo che sono i principali promotori della grande manifestazione (a.m.)


CHI VUOLE ADDIO BRETT. C'E' il chitosano


29/07/23 Parlando oggi con un caro amico vignaiolo:  “ a breve – mi dice -  il tuo sito sarà inutile”. Perchè chiedo io? “ C’è il  chitosano – mi risponde - è stato  autorizzato già nel 2020, ma ancora pochi lo sanno. Presto lo useranno in molti. E così non ci saranno più vini "brettati”. " Ah - rispondo- che bella cosa, non lo sapevo! Proprio l' altro giorno  mi sono inca.. perchè ho aperto una bottiglia di borgogna che era brettata da paura come tante altre"nostrane"che ho potuto "tastare" in questo periodo - quindi , aimè, per ora il mio sito è ancora valido. E credo che lo sia ancora per un bel pò di tempo. Anche se - concludo la conversazione-  la speranza/sogno personale è quella  che il chitosano usato da tutti porti alla scomparsa definitiva dei brett in ogni bottiglia che viene stappata sulla faccia della terra."! Al di là  della conversazione con il mio amico vignaiolo, resta il fatto  che la notizia del chitosano anti brett.  ( anche per i vini bio certificati) è senza dubbio , in campo enologico la più importante che abbia mai sentito.! Una vera e propria rivoluzione. Ma cos'è il chitosano? Da quanto leggo è un derivato della chitina, un polisaccaride naturale presente nelle pareti fungine e dei crostacei. ( in enologia è ammesso quello di origine fungina). Esso è il risultato della parziale degradazione della chitina che libera così gruppi amminici responsabili della carica della molecola e della sua attività sulle membrane di batteri e funghi.  La primaria importanza nell’utilizzo del chitosano in enologia è la sua comprovata attività anti microbica e in particolare  nella azione diretta sui Brettanomyces attraverso un processo di  assorbimento e  successiva destrutturazione e flocculazione di questi lieviti. Stesso processo dovrebbe accadere anche con i batteri lattici e acetici. A questo proposito, il chitosano è utilizzato in alternativa al lisozima per il controllo delle malolattiche indesiderate o per la stabilizzazione dopo il termine della malolattica. Date queste proprietà il chitosano si sta rivelando anche  un prodotto in grado di consentire così una reale riduzione dell’uso della solforosa. Direi un vero miracolo!  a.m.


REGGIA DI VENARIA SUCCESSO DI ALTA LANGA


08-05-23- Organizzazione perfetta e tanto tanto pubblico alla Prima  di Alta Langa alla Reggia di Venaria (To) . Un evento  riservato  agli operatori del settore che hanno potuto così aggiornarsi  su quello che sta accadendo in Langa per ciò che riguarda gli spumanti. Presenti ben 60 produttori  che  hanno presentato le loro "bollicine". Per lo più annata 2018, e 2019. Ma c'era anche qualche "chicca" ( e meno male) "più datata" come un Cuvèe Aurora 2016 di Banfi, il Brut stessa annata di Bera,  alcune Cuvèe "firmate" Gancia e quelle di Fontanafredda, ma anche l'Alta Langa extra brut Rosè 2017 (100%Pinot Nero) di Marziano Abbona. Buono. E poi , ( non poteva  e non doveva mancare) Ettore Germano con due  "bollicine" 2016  una più buona dell'altra : il Blanc de blanc riserva zero e il Blanc de Noir sempre pas dosè. Molto buoni anche tutti i vini di Giulio Cocchi tra cui i Pas dosè  2011, 2014 e 16.

LA PRIMA DI ALTA LANGA ALLA VENARIA REALE

E' la magnifica Reggia di Venaria a due passi da Torino ad ospitare quest'anno  "La prima di Alta Langa" grande manifestazione annuale che che quest'anno va in scena 8 maggio 2023  dalle 9,30 alle 18,30 e dove sono in degustazione ben 140 cuvèè presentate da 60 produttori  info : www.altalangadocg.com


18/06/2022 E' mancato Alexander Gottardi 61 anni, figlio del grande Bruno il mio maestro per quanto riguarda il Blauburgunder e tanti altri vini d'Oltralpe  Un malore improvviso se l’è portato via durante il sonno. I funerali si svolgeranno mercoledì a Innsbruck . Alexander, era riuscito a portare aventi il lavoro del padre ad ottenere i più ambiti riconoscimenti in tutto il mondo. Sentite condoglianze alla famiglia    - beileid an die familie-

SECONDA EDIZIONE SAUVIGNON BLANC

Cortaccia- 16 /04/2021

Ecco i risultati  della Seconda edizione  del Concorso Nazionale  Sauvignon Blanc  che si svolge  a Cortaccia  in Alto Adige .  Purtroppo  Sauvignon Experience l’evento pubblico  che affianca il Concorso,  e  che nel maggio 2019 aveva  riscontrato una grande affluenza,  a causa del  Covid 19,  non ha potuto andare in scena.  Ma veniamo  alla classifica di questa edizione che ha visto a confronto l'annata 2018 . Ha vinto  Ansitz Waldgries con il suo  Sauvignon “Myra” -90,4/100 punti- Al secondo posto il noto produttore altoatesino  Franz Haas, Sauvignon blanc – 90,2/100 punti seguito da  Kellerei Tramin, Sauvignon“Pepi” – 90,1/100 punti.  Ma non solo : Le altre  prime  posizioni della classifica sono  occupate da vini prodotti da cantine del territorio della provincia di Bolzano. I piazzamenti, equamente distribuiti fra cantine /cooperative, produttori commercianti e vignaioli hanno posto sotto i riflettori alcune realtà che hanno saputo valorizzare cru e microzone nelle quali  questo vitigno ha trovato le condizioni ottimali per sviluppare le sue grandi potenzialità. Questa edizione  del  Concorso ha visto confrontarsi  ben 85 Sauvignon blanc in rappresentanza di otto diversi territori italiani: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto, le provincie autonome di Trento e di Bolzano. Le degustazioni alla cieca si sono svolte lo scorso ottobre e hanno impegnato una giuria composta da 22 tecnici, esperti e giornalisti del settore enologico. La provenienza regionale dei degustatori è stata  varia e ha ripercorso quella dei vini, coinvolgendo sette diverse regioni. A causa della situazione dovuta all’epidemia in corso, la cerimonia di premiazione si è svolta  venerdì 16 aprile, presso la nuova sede di Kellerei Kurtatsch, a Cortaccia (BZ). Per Andreas Kofler e Peter Dipoli , rispettivamente Presidente e Vice-presidente del Comitato organizzatore, una riflessione e un auspicio per le prossime edizioni: “Ci rammarica constatare che vi è una riduzione nella partecipazione al Concorso da parte dei produttori di Sauvignon italiani, in particolare del Friuli Venezia Giulia. È davvero un peccato, perché grande è la tradizione diquesta regione nella produzione di Sauvignon di alto livello. La classifica finale risente di questa situazione di“mancato confronto” e ovviamente evidenzia il predominiodell’Alto Adige, zona che da sempre contende al Friuli lapalma di territorio d’elezione per il vitigno. Auspichiamo per il futuro il coinvolgimento di un numero maggiore di cantine, così da elevare il valore della competizione e dei risultati”.

I primi dieci 

1 Ansitz Waldgries   Südt. Sauvignon DOC Myra

2 Weingut Franz Haas    Südt. Sauvignon   

3 Kellerei Tramin   Südt. Sauvignon Pepi

4 Gump Hof - Markus Prackwieser Sauvignon

5 Brigl Josef Weinkellerei    Südt. Sauvignon Vigna Rielerhof

6 Weingut Plonerhof d. Tutzer E. & S. Exclusiv    

7 Schreckbichl – Colterenzio Südt. Sauvignon Lafóa      

8 Josef Wege Südt. Sauvignon DOC Maso delle Rose   

8 Malojer GummerhofSüdt. Sauvignon DOC Gur zur Sand       

9 Stiftskellerei NeustiftSüdt. Sauvignon DOC Praepositus

10 Kellerei St. Michael - Eppan Südt. Sauvignon Sanct Valentain      

10 Kellerei Terlan  Südt. Sauvignon DOC Quarz

 

 


CONCORSO NAZIONALE PINOT NERO

Ecco la classifica sei primi 10 al CONCORSO NAZIONALE DEL PINOT NERO 2020, che ogni anno si tiene a Egna e Montagna (BZ) in Alto Adige. Quest'anno si è svolta unicamente la degustazione dei vini in Concorso (5/6 marzo). Sono invece state annullate le GIORNATE DEL PINOT NERO, la manifestazione pubblica che consente di assaggiare tutti i vini in concorso e una selezione di Pinot neri da tutto il mondo.L'appuntamento per tutti gli appassionati è rinviato al 2021. 

http://www.blauburgunder.it/sieger/2020/?lang=it


Alba 28 e 29/01/2020 Grandi Langhe 2020 tante etichette, tanta gente,  per un successo più che meritato

Alba 29/01/2020 Tante etichette, organizzazione perfetta, molti i vini in degustazione  (troppi per una due giorni) con etichette importanti e meno, il tutto alla scoperta di giovani produttori, ma anche per aggiornarsi sui più blasonati vignaioli di Langa.  La manifestazione è organizzata dai Consorzi di Tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe e Dogliani  e Tutela Roero, coadiuvati da Regione Piemonte, Ente Turismo delle Langhe Monferrato e Roero e Ubi Banca. Impossibile tastare tutte le etichette presenti dei ben 206 produttori “scesi in campo”. Tra i vini  che sono riuscito a degustare ( per andar via sulle mie gambe) al di là dalle gradazioni alcoliche anche se a volte  bene integrate  con il vino , ma troppo alte per i miei gusti …( dobbiamo farcene comunque  una ragione  sopra tutto in Langa).. vi segnalo il Nebbiolo 2016 e i tre Barolo ( Bricco san Pietro, Sorano, Borzone tutti 2016) di Le Cecche, puliti e buoni. Il Barbaresco Rabajà riserva (in questo caso il 2013) di Giuseppe Cortese che rimane sempre un modello intramontabile di eleganza e classicità. Per non parlare del Barbaresco Rabaja 2017, verace, un po’ duro per acidità ma con una eleganza e bevibilità da vendere. Non si può dire poi che  il Bricco delle Viole  Barolo 2016 di Mario Marengo non sia un grande  vino. E anche se i suoi 15 % per i miei gusti sono troppi l’ho apprezzato non poco. Non pulitissimo per me il suo Barolo Brunate 2016, mentre mi è piaciuto il giovane suo Nebbiolo vigna Valmaggiore 2018. Dolcezza finale infinita sul Nebbiolo base 2017 di Giacomo Fenocchio che mi è piacito molto. Come la sua Barbera 2018. Tra i produttori meno noti mi sono piaciuti: Daniele Dabbene con un Arneis 2017 che fa legno grande francese e per una bella Barbera  Valentino 2017, mentre il suo Nebbiolo Genta 2017 pecca in poca eleganza. Originali, eleganti e puliti i tre Freisa 2015 Coste dei Fre 2015 e 2016 come il Freisa langhe 2017 dell’Azienda Agricola di Mario Andrion. A mio gusto molto piacevole, elegante con un legno dosato bene il Roero riserva Antoniolo 2017 di Pelassa, azienta di Montà (cn). Pulito e con una bella bevibilità anche il suo Nebbiolo Sot, 2016 e la sua Barbera superiore San Pancrazio 2017.  Mi hanno entusiasmato meno i suoi Barolo, sia il base 2015 che il San Lorenzo di V. 2015 che non erano tanto puliti. Affinati in barrique francesi non mi sono dispiaciuti il Roero e il Nebbiolo 2015 di Ponchione Maurizio , puliti . Vicino a lui mi sono piaciuti i Roero di Marco Porello, il Torretta 2016 e il riserva San Michele , anche se forse per la temperatura spiccava una dolcezza finale un po’ esagerata, ma alla fine piacevole. Anche in questa manifestazione devo dirvi che i vini poco puliti erano tanti. Inutile elencarli. Lascio il compito agli addetti ai lavori sicuramente molto più esperti del sottoscritto nel giudicarli. Comunque  molti avevano un Brett. molto pronunciato.  Altri ancora erano molto “ in bilico” tra la situazione  i cui  vini hanno  una gran bella  bella  frutta data da  fecce residui nobili / lieve filtrazione, no chiarifiche ecc,  ( questi vini  quando rimangono puliti fanno godere davvero) e quella dove questa  frutta viene sporcata da residui "meno nobili " generando  fenoli volatili “cattivi” con conseguenti  sentori più o meno pronunciati  di  brett. (amedeo macagno)

 


Grande SUCCESSO Al FORTE DI BARD PER  VINS EXTREMES  IN SCENA DAl 30 Novembre al 1 dicembre 2019

E' senza dubbio una manifestazione da non perdere. Non solo perché  ospita la  premiazione del Concorso “Mondial des vins Extremes 2019”, ma soprattutto perchè tra i vini in degustazione si scoprono alcuni veri “fuoriclasse”.  Il tutto tra un’organizzazione impeccabile e la cornice  dell’imponente Forte di Bard, un vero gioiello dell’architettura militare di montagna. Tanti  i vini degustati che mi hanno colpito positivamente. Per dirvela tutta sono andato a Vins Extremes soprattutto per assaggiare i Pinor Noir della Vallè . Poi chiaramente non ho saputo resistere è ho bevuto molto volentieri anche altri vini. Sui Pinot neri, a part quello di Elio Ottin, a dir poco eccezionale, per un uso del legno da fuoriclasse e per tanto altro ,  mi hanno entusiasmato i Pinot Noir 2018 di Crotta di Prado, ( per profuni ed eleganza proprio come fu un suo Pinot noir 2015) quello di Lo Triolet  , (azienda che produce anche uno strepitoso Gamay) e quello della maison agricole D&D. Delusione a mio gusto, invece per il Pinot noir+Petit Rouge  dell’ azienda Monaja a causa una forte nota brett. Lasciando i Pinot noir tra i tanti vini rossi buoni e puliti presenti in sala degustazione ho molto apprezzato il premiato il Nebbiolo Nèmore 2016 dei Fratelli Marco, ma mi ha colpito ancor più per la sua eleganza lo stesso vino vinificato nel 2017 ( a dir dal produttore annata difficile per un grandinata, ma con un risultato a mio gusto eccezionale). Tra i vini bianchi, niente male i  due Erbaluce ( l’ Aura, vino fermo vinificato in acciaio  con affinamento sulle fecce fini con battonàge e Albèdo, spumante metodo classico pas dosè  fine ed elegante)  sempre dell’Azienda canavesana Fratelli Marco. Fresco e semplice ma nello stesso tempo singolare per la sua eleganza  e la spiccata bevibilità il Rosato ( uve Nebbiolo 100% ) Coste della Sesia di Pietro Cassina, viticoltore a Lessona (BI) dove i suoi più che validi Nebbiolo " "classici" in purezza  per una sua filosofia vanno bevuti e quindi messi sul mercato degli appassionati quando, a suo gusto, sono pronti ( e quindi anni dopo  tutti gli altri Nebbiolo  "concorenti"  che si possono acquistare). Tornando ai bianchi  sapido ed elegante anche il Mùller Thurgau dell’azienda Crotta di Prado. Della stessa azienda buono anche il Pinot Grigio, come quello del 2017 di Tanteum e Marietta ( azienda di Aosta che produce anche un  buon rosso  Gamay + Petit  Rouge+ Cornalian ) come i vari bianchi dell’Azienda Triolet .



Tre bicchieri 2020 a torino un successo

Torino – Alcuni dei vini che hanno conquistato  i Tre bicchiere della Guida vini 2020 del Gambero Rosso si sono potuti degustare a Torino  lunedi 28 ottobre 2019 negli eleganti  spazi di Palazzo Copernico. Organizzazione come sempre  perfetta con 65 vini ( più qualche etichetta "fuori guida") a disposizione del numeroso  pubblico in  tre sale diverse : una prima per i vini rossi, una seconda per i bianchi e una terza per le bollicine. Tra i rossi mi ha sorpreso per eleganza e bevibilità  il Roero Valmaggiore V. Audinaggio 2017 bio certificato di Cascina Ca Rossa. Buono anche il più che conosciuto ( come del resto l’80% dei vini premiati da questa guida) Barolo Brunate 2015 di Giuseppe Rinaldi ( bella dolcezza finale). Elegante , pulito  e con una bella bevibilità il Barolo Cerretta 2015 di Garesio ( una punta di sapidità in meno lo renderebbe ancora più interessante) Avvolgente e buona anche la Barbera di Garesio 2017. Mi ha sorpreso più che  positivamente il Dolcetto di Gaggino  ( Ovada Convivio 2017) a mio gusto un grande Dolcetto. Molto buona la  Barbera d’Asti Lavignone 2017 Pico Maccario ( quando il legno viene usato bene). Non  di mio gusto ( anche perchè ho sentito molto di  più che una nota brett.) ma apprezzato e richiesto in sale degustazione il Barbaresco Pajorè 2016  di Sottimano. Fuori Piemonte ho degustato volentieri  il Petra Rosso 2017 Toscano di qualità con un buon legno e due Chianti classico :  il riserva 2016  Castello di Albola e quello di Rocca di Castiglioni. Tra i bianchi mi ha un po’ deluso lo Chardonnay Cuvèe Bois di Les Cretes 2017( da sempre un Tre bicchieri) al naso esalta con un buon legno , sempre deciso , ma buono. In bocca il vino si ferma. E’ caldo , stucchevole e ha  un finale troppo sull'amaro probabilmente dato dal legno nuovo. Mi è piaciuto invece  Il Sicilia Catarratto  Terre Rosse di Giabbascio 2018 di Centopassi.. Sempre regolare con forse un pizzico di troppo in sapidità il Gavi  Minaia 2018 firmato Nicola Bergaglio. Tra le bollicine , numero uno  il Nature M.Cl. di Monsupello . Un grande Oltrepò  con soli 2 gr di zuccheri residui da non perdere.


TORINO BEVE BENE A TORINO ESPOSIZIONI

L’ edizione di quest’anno di “Torino Beve Bene” ( vedi anche articolo dello scorso anno), la manifestazione che mette insieme  vini da agricoltura biologica certificata, biodinamici (o ambedue), e i “natur” più esasperati è andata in scena a Torino esposizioni  il 26 e 27 ottobre 2019. Ecco com’è andata.

 

Le piace?” Mi domanda uno dei tanti  produttore di un vino bio certificato e biodinamico  di un  vitigno ligure che adoro.  Gli  rispondo:  “ si non sarebbe male ,  ma sento  una forte nota brett. “ Non è possibile –  mi risponde un po’ seccato- è il primo che mi dice una cosa del genere.” Pace, mi allontano e cambio produttore. Vado da un “natur ”  autocertificato. Non vi dico i prezzi delle sue bottiglie… non ci volevo credere…  e spero di aver  capito male… Comunque, non avevo mai  assaggiato , a mio gusto, dei vini così difettosi. Di tutto e di più. Nei rossi il brett era oltre a quello che potevo immaginare .  Mi spiego: ogni tanto il brett viene paragonato all’urina di topo. Ecco, non che io abbia mai assaggiato i bisogni di alcun roditore , e personalmente non mi piace usare tali paragoni, ma in quel vino vi giuro che la  pipì  di animale poteva proprio  starci. Eppure il giovane produttore ne era entusiasta ( e aimè non solo lui !) Incredibile! “ A me fa impazzire, mi da una energia particolare”, continuava a ripetermi. Boh, de gustibus! Per fortuna  a “Torino Beve Bene” come sempre ben promossa e organizzata, i vini  non erano tutti così.  E anche se  i “brettati” a vari livelli in questo tipo di manifestazioni sono  ancora troppi ( ma giustamente in  eventi del genere  non si ci pone neppure il problema -  ed è un peccato perché in fare vini bio certificati / biodinamici puliti è possibile) qualcosa di bevibile c’era.  Personalmente, anche quest’anno se devo dirvela tutta  tra i circa 100 tra produttori e distributori  presenti non ho trovato un vino che mi abbia entusiasmato da dire lo voglio, ma ho apprezzato ad esempio un Merlot 2017  in purezza Bio certificato e biodinamico della Tenuta Lenzini di Barga (Lu) affinato in acciaio e della stessa azienda buoni ( anche se”pungevano” un po’ di più credo per solfiti) il Cabernet Sauvignon + Franc + Syrah  2016 affinato in botte grande e il Syrah  in purezza affinato in Tonneaux per 24 mesi. Eccellente  anche il Mercurey Premier cru Champ Martin di Lefort David credo "ecosostenibile" promosso da un distributore/importatore piemontese. (a.m.)

 

 


ALTO ADIGE: Le giornate del riesling 2019

Anche quest’anno non poteva mancare il mio contributo alle Giornate del Riesling di cui ricordo la strepitosa prima edizione del 14 .11. 2005 dove un pubblico di veri appassionati, tra cui il sottoscritto, avevano potuto degustare ben 83 riesling  provenienti da tutto il mondo. Quest'anno la manifestazione è in scena dal 19 ottobre al 24 novembre 2019. Queste Giornate del Riesling si svolgono come sempre  a Naturno (in Alto Adige). Durata: ben cinque settimane di degustazioni ed eventi, con un programma molto ricco che culminerà con la premiazione del miglior Riesling che partecipa alla manifestazione. Durante la manifestazione  si potrà scoprire davvero il Riesling, in tutte le sue sfumature, attraverso produttori locali e internazionali. Le degustazioni enologiche permetteranno di assaporarne il profumo e il gusto, riconoscerne i tratti peculiari e comprenderne le distinzioni. Il programma della manifestazione include alcuni  tour enologici presso i produttori di Riesling locali., ma anche la possibilità  di provare Riesling provenienti da tutto il mondo. info: riesling@naturns.it ( a.m.)

 


Foire aux Vins 2019 OCCASIONI D'OLtralpe

Reduce dalla Foire aux vins  dove ho potuto degustare vini eccezionali e  con un ottimo rapporto qualità prezzo segnalo due Gamay  ( sotto i 10 euro dal produttore o  in occasione della Fiera) da non perdere.  Siamo  nel Le Beaujolais/ Lyonnais:  il primo è il Juliènas Veilles Vignes  2017 di Jean Marc Monnet  (6/7 euro) un rosso semplice e  pronto subito. Qui l’uva  Gamay  si sente tutta. Il secondo è  il Moulin –à-vent  Tentation 2017 del Domaine Colonnat ( 8/9 euro) un altro Gamay  di  buona fattura e bevibilità, pulito e molto piacevole. Ambedue i vini non superano i 13 gradi. Tra i Pinot noir di  Bourgogne  a prezzi accessibili da non perdere c’è  il Santenay  Veilles Vignes  2018 Capuano Ferrari ( 15 euro dal produttore o in occasione della Fiera ) da bere subito o da conservare anche 10 anni.  Tredici i suoi gradi per un grande vino vellutato  e super elegante. Tra i bianchi vi segnalo il Pouilly Fumè del Domaine Seguin, senza dubbio un Sauvignon Loira di serie A.  La sua bevibilità con i suoi 12 gradi  è imbarazzante. Anche le pecche di questa Foire aux vins 2019 sono state tante. Insomma ho  trovato molti   vini consigliati dagli addetti ai lavori   che mi hanno deluso.  Uno su tutti  il Menetou-Salon  Les Chandelières  2018  di Antoine De La Farge. Sporco, con un brettanomyces - cuoio insopportabile  e credo  con troppi zuccheri concentrati aggiunti ( 14,5 gradi) l’ho  trovato veramente imbevibile. Insomma un Pinot Noir di Loira da dimenticare! ( a.m.)



Mr.Brett. un imbevibile dichiarato

TUTTO E' POSSIBILE 

A prova che nel mondo del vino può accadere di tutto ho letto che un un vignaiolo ha scelto di evidenziare un vino affetto dai lieviti/funghi Brettanomyces  scrivendolo sull’etichetta. Boh! Una strategia commerciale? Oppure un voler distinguersi a priori dai tanti ( troppi) vini "affetti" da Brett? Boh! Non lo so e non voglio neanche saperlo. Potrebbe anche essere , (come pare abbia dichiarato lo stesso produttore) il modo migliore per esorcizzare un grosso difetto del suo vino.. Anche se così fosse , la ritengo una forzatura assoluta con l'unico vantaggio che coloro i quali , come il sottoscritto, non sopportano il Brett. nel vino possono a priori starne alla larga.  Il vino “brettato” dichiarato tale si chiama“Mr. Brett”  e dovrebbe/potrebbe essere un  Cabernet Sauvignon del 2013 dell’Azienda Agricola San Donatino di Castellina in Chianti prodotto da Mathieu Ferré. ( a.m.)


Grande partecipazione  AL PINOT NERO

Organizzazione perfetta e tanti vini

Montagna/ Egna- Anche quest’anno non poteva mancare il mio contributo alle Giornate del Pinot Nero andate in scena da sabato 18 a lunedì 20 maggio 2019. Beh! Che dire: organizzazione perfetta, circa 120 Pinot noir  annata 2016 da degustare ( 98 in gara dall’Alto Adige – Sud Tirol alla Sicilia più un’importante selezione  da : Francia , Germania, Austria; Svizzera , Sud Africa, Nuova Zelanda e Australia). Molto interessanti gli appuntamenti collaterali alla  manifestazione giunta alla sua 21/ a edizione, in primis, la conferenza “ Il lievito, il vigneto, la biodiversità: una discussione sui lieviti autoctoni” che si è svolta lunedì 20.  

IN SALA DEGUSTAZIONE Vi dico da subito che quest’anno i Pinot che ho apprezzato di più in assoluto ( anche se “ naturalmente”  differenti uno dall’altro) sono stati il Bellaveder  riserva “ Faedi ( Gradi 13,5/ acidità 4,7/ zuccheri residui 0,9) e il Vosne Romanèè del Domaine Michel Gros,  borgognomo (fuori concorso). Il Bellaveder Pinot Nero “ Faedi” al naso mi ha ricordato addirittura un vecchio Gottardi. Fresco elegante e pulito con il legno giusto che quasi non si sente mi ha veramente stupito. Sul Vosnè Romane che dire. Buono buono , si tanto legno… ma che legno! Il vino è ancora super giovane , ma nello stesso tempo già pronto e godurioso al massimo a soli 13 %. Tra quelli che mi hanno invece deluso di più ci sono: tra i trentini il Naso Poli ( di solito non è mai stato un grande , ma era sempre pulito piacevole invece questa volta volatile ecc ) e il Lumelli (troppo pungente al nasco e volatile accentuata) e tra gli alto atesini il Blauburgunder Stachlburg del barone Von Kripp tanto legno, stanco ecc. E' incredibile per questo vino che è sempre stato uno dei miei preferiti per sapidità ed elaganza da vendere. Troppo legno anche nel Ludwig di Elena Walch, nel  Terlan Monticol e nello Stroblhof , ambedue vini perfetti e piacioni ai massimi livelli, ma con  troppo e ripeto troppo legno. Risultato:  stucchevoli come tanti altri “ loro colleghi” sud tirolesi  alcuni dei quali  si sono aggiudicati i primi posti .  Tra quelli che invece  ho apprezzato di più  per un  minimo di  freschezza ed eleganza (nel rispetto dell’annata) e quindi con  un legno molto meno invasivo ci sono:  Il Castel Juval molto elegante e dove il legno sembra non esserci,  il Kurtatsch “Mazon” dove spicca  un poco troppa acidità ma che premia in eleganza, il Kranzelhof “ Libra” bolzanino , ma stile Val Venosta, il Manicor “Mason “ (che per la prima volta lo scorso anno mi aveva deluso perché brettato ai max livelli) pulito, elegante , il Glassierhof  “ Himalaya” con una  bella dolcezza  e bevebilità  come  il Carlotto, anche qui  grande  bevebilità ma con un pizzico ( andandolo proprio a cercare) in meno di  eleganza rispetto ad altre annate , comunque affascinante complesso avvolgente e unico. Non male  l’ Andrian “ Anrar” dove si, spicca molto  il legno , ma non mi ha disturbato più di tanto , forse per la sua giusta dolcezza finale . Stessa cosa per il Marinuhof- Heiner Pohl. Niente male anche il Vallèe d’Aoste “ L’Emerico” di Elio Ottin , elegante con la giusta acidità, forse un po’ troppi solfiti( sentore zolfo al naso che punge un pochino).  Tra gli imbevibili ci sono invece  :  Marchesi Alfieri “ San Germano” Piemonte doc brettato.. cavallo puro, come il “ Vigna Brumano “ dell’az. Ruiz De Cardenas Oltrepò Pavese, brett ai massimi livelli anche per il Pinot dell’Azienda La Torretta – Colli Piacentini. Meno invasiva la puzza nel Frecciarossa “ Giorgio Odero” che mi ha così deluso non poco. Brettato  il “ Divenire 18” di Le Corne , provincia di Bergamo per non parlare; ma qui è tradizione” del 2 Noir” di Mazzolino , Oltrepò Pavese, imbevibile. Grande  Brett.  anche nel “ Iri” dell’azienda Agricola Molinelli Emilia IGT come tra i toscani “ Cuna “ di Federico Staderini e nel Fortuni del Podere Fortuna


NON PERDETEVI LE GIORNATE DEL PINOT NERO

Da sabato 18 a lunedì 20 maggio 2019  vanno in scena Le Giornate del Pinot nero. Siamo nella Bassa Atesina a Egna e Montagna. Giunte alla XXIª edizione offrono un programma ricco sia di etichette da degustare ( 120 in gara più una panoramica sull’estero) http://www.blauburgunder.it/ che di appuntamenti collaterali da non perdere. Tra questi molto interessante è un seminario tecnico di approfondimento sul tema dei lieviti autoctoni e tanto altro. A vincere anche questa edizione dove  la commissione ha giudicato l'annata 2016 ( se si esclude un secondo posto di Kollerhof  e un quinto di Klosterhof)  sono stati " i soliti noti"  : 1 ) Girland " Trattmann" 2)   Terlan " Monticol" Strobllhof Riserva, Kollerhof " Mazon Aegis", 3) Michael Eppan "Saint Valentine" 4) Manicor " Mason" 5) ElenaWalch e Klosterhof " Schwarze Madonna"  http://www.blauburgunder.it/sieger/2019/


Taste Alto Piemonte GRANDE EVENTO

Taste Alto Piemonte è senza bubbio "il tempio" dei Nebbiolo (Spanna) delle Vespolina, Uva Rara ( Bonarda novarese) e delle Croatina. Il tutto nelle diverse denominazioni di Bramaterra, Boca, Coste della Sesia, Fara, Gattinara, Ghemme, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane e Colline novaresi. I loro disciplinari oltre  al classico Erbaluce e a volte  allo Chardonnay per i vini bianchi,  ammettono  anche vitigni come Barbera e Merlot che  nell’Alto Piemonte hanno una storia. Questa manifestazione di tre giornate è andata in scena il  30/31 Marzo e 1  Aprile 2019.  Permette  agli appassionati  di approfondire e aggiornare  le loro  conoscenze su questi  Vini  che di classe e tradizione ne hanno da vendere. Il tutto  non solo attraverso l’incontro diretto  con i produttori, ma con   l’assaggio  "libero” ( dopo aver pagato l'ingresso) di tutti i vini presenti.  Non come in quelle  vergognose manifestazioni dove  ci sono i bollini,  i gettoni o altre trovate a pagamento da utilizzare  per poter degustare  ogni  singolo vino.  A Taste  Alto Piemonte ci sono stato sabato 30 marzo 2019. Devo dire che  l'organizzazione è stata perfetta. Il tutto grazie al Consorzio  tutela Nebbioli Alto Piemonte e ai suoi partner.  Grande  anche la  professionalità  dei Cinquanta   produttori presenti  all'incontro  nelle sale del  Castello di Novara.  Tra i vini che ho apprezzato  e che consiglio a tutti  gli appassionati  ci sono quelli  del giovane viticoltore di Cossato  Fabio Zambolin. E cioe: il suo Feldo 2016 un Coste della Sesia con Nebbiolo 50 % , 25 % Croatina , 25 % Vespolina (  senza lieviti aggiunti) pur essendo un uvaggio  è profumato, elegante, sapido , minerale, con la giusta acidità e soprattutto si fa bere. In bocca senti veramente l’uva. Ancora più affascinante è il Vallelonga 2016, un Nebbiolo in purezza che bisognerebbe sempre avere in cantina. La sua pulizia eleganza e tipicità lo contraddistinguono “alla grande” insieme ad una  bevibilità imbarazzante. Gli altri vini che ho apprezzato sono stati quelli di Cascina Preziosa ( Cossato) . A partire dalla Vespolina 2017 in purezza che si chiama “Il More” ( fermentazione con lieviti autoctoni)   sino al Coste della Sesia 2016 “ Diarmaj” ( Nebbiolo Spanna  con un pizzico di Barbera fermentazione anche qui senza lieviti selezionati)  avvolgente pulito, molto piacevole. E infine il Nebbiolo al 100% “Castelg”  2106 dove c’è eleganza e bevibilità da vendere e dove l’uva Nebbiolo Spanna si sente tutta. Ottimi, (ma non avevo bubbi  l’azienda la conosco  da sempre) tutti i vini di Le Pianelle ( Brusnengo) dove oltre agli spaziali Bramaterra di diverse annate spicca un piacevole e fresco rosato 2018 “Al posto dei Fiori”. Buoni anche i vini   di La Provestura ( Lessona)  tra cui il Garsun  2017.  Meritevoli e puliti ( a parte un vecchio Bramaterra mi pare 2011 che era brettato) i vini di La Palazzina ( Roasio) tra cui ha spiccato un Coste della Sesia  elegante e sapido.

(a.m.)