Biologici, Biodinamici e naturali

Fare un pò di chiarezza

 Biologici , biodinamici, naturali , vegan, da agricoltura sostenibile .... e chi più ne ha ne metta. Sono tutti quei  vini  che oggi  vengono anche  chiamati  “green” o con altre pseudo definizioni ( vino buono pulito giusto tra le ultime).  Su di loro c'è molta confusione. Una  cosa sola è certa: sono sempre di più colori i quali li chiedono .  C'è chi dice che è solo una moda, e chi invece sostiene che siano il futuro della viticoltura. Poi ci sono coloro i quali  li disprezzano a priori . Tra i produttori c'è anche chi  continua a rimanere al di fuori  di tutto questo "etichettarsi green" e vinifica con le tecniche innovative  che ritiene migliori . Tutto  lecito.  Ma siccome il vino è una cosa seria,  prima di tutto  bisogna  fare un pò di chiarezza, tenendo ben presente che, negli ultimi anni in viticoltura l'interesse all'uso di alternative ai prodotti fitosanitari di sintesi chimica è andato sempre più in aumento. Ciò anche grazie alle vigenti normative che insieme ad  una maggior consapevolezza da parte del vignaiolo fanno si, quando è possibile, che si  riducano sempre di più  le sostanze attive di sintesi. ( vedi pagina in vigna). 

 

I VINI BIOLOGICI CERTIFICATI

(logo U.E. verde o in bianco e il numero di certificazione in etichetta ) sono certificati dalla "legge". Nel senso che hanno un regolamento approvato dalla Commissione Europea nel 2012 e sono sottoposti a controlli da parte di associazioni autorizzate dal Ministero dell'Agricoltura ed enti/ "dipartimenti" regionali  (per ciò che riguarda l'Italia) anche in seguito al Decreto  Leg. del 22 febbraio 2019. Tali vini  provengono da uve senza sostanze chimiche di sintesi e uso di diserbanti in vigna come glifosato  e suoi derivati ecc.  I trattamenti in vigna vengono fatti  solo con rame e zolfo. In cantina si  effettua una  vinificazione  con  prodotti enologici e un processo per l'appunto disciplinato dal regolamento "ad hoc "  che  permette l’aggiunta di solforosa (100 mg/l per i vini rossi e 150 mg/l nei bianchi) e anche l'uso di lieviti selezionati. . 

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BIOLOGICI NON CERTIFICATI

A questa "categoria" appartengono quei produttori che non sono biologici certificati ma dichiarano verbalmente di esserlo. Poi succede anche che  alcune guide ...  riportino  per iscritto  tale  dichiarazione verbale "classificando" loro in un certo senso un vino o un produttore che non ha in etichetta la certificazione bio , creando così maggior confusione al consumatore.  A volte il motivo di non " etichettarsi"  bio da parte di un certo produttore che magari  non usa  prodotti di sintesi ecc viene "giustificato" in vari  modi . Alcuni non hanno le  risorse economiche, e va beh.  Altri  hanno un’opinione fortemente critica nei confronti dei disciplinari e del sistema di mercato e non riconoscono l' attestazione  di Bio certificato come garanzia di qualità. La critica che più spesso viene a galla riguarda non solo le pratiche da espletate per avere la  certificazione , ma anche la gestione  delle procedure di controllo. Inoltre è  opinione comune tra molti vignaioli   che il marchio biologico certificato  sia diventato solo un  lasciapassare utile all’agroindustria e alla grande distribuzione che ne hanno fatto una semplice questione di mercato. Quindi alcuni vignaioli che di fatto fanno una produzione  biologica  si rifiutano di etichettarsi tali anche perchè, sostengono alcuni, " il protocollo  prevede alcune norme che se, applicate alla lettera, sono plausibili solo per un’agricoltura intensamente produttiva". Poi c'è anche chi sostiene che  ci sono semplicemente  troppe "scartoffie" per avere la certificazione.  Infine  ci sono coloro i quali contestano il regolamento europeo di vino biologico certificato perchè  troppo "blando" a livello di vinificazione  per fare un vino veramente biologico. 

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BIODINAMICI

 I vini biodinamici non essendo ancora riconosciuti a livello legislativo sono regolamentati da associazioni "ad hoc" . La più famosa è Demeter. Poi ci sono dei produttori che che  si "autocertificano" biodinamici . Anche qui, ( come nei bio non certificati) alcune guide "classificano" un vino biodinamico sulla sola dichiarazione verbale del produttore che magari non aderisce a nessuna associazione usa lieviti indigeni/autoctoni e ha abbandonato i prodotti di sintesi ecc).  Oltre  all’utilizzo di preparati biodinamici in vigna, in cantina in genere ( anche se alcuni lo fanno) non si azzerano  completamente i solfiti aggiunti, ma si limitano ulteriormente dai vini biologici certificati (70 mg/l nei vini rossi , 90 mg/l nei vini bianchi). Inoltre alcuni biodinamici  vengono sottoposti a un ciclo di trattamenti delle materie e dell’energia interni all’azienda. Esistono (sopratutto in Francia) vini che  hanno  la certificazione biologico U.E. e poi  si dichiarano o sono certificati da  Demeter o altre associazione come vini   biodinamici. I vini biodinamici "più  puri" , in estrema sintesi, prevedono in campagna  preparati specifici (a base di sostanze naturali come letame, corna bovine, quarzo, piante e fiori), dosi contenutissime di rame e zolfo, nessun prodotto di sintesi in vigna e in cantina e piccolissime (o zero) dosi di solforosa  nella vinificazione.

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NATURALI

Nelle maggior parte delle manifestazioni di vini "Green" troviamo spesso  sia  i biologici certificati che quelli senza certificazione che i  biodinamici, insieme ai così detti "Naturali" . Questi ultimi   non sono regolati da alcuna legge. Per loro vige l'autocertificazione del singolo produttore  o quella data da  alcune associazioni che a loro volta si autocertificano con un loro  marchio  e regolamento. Le più note sono  Vinnatur, Vini veri, Vi.te (vivit) Van ecc. Comunque in vigna per questi vini  i trattamenti vengono fatti solo con zolfo e rame mentre  in cantina la fermentazione e l'affinamento  vengono effettuate solo con lieviti indigeni . Per ciò che riguarda  i solfiti, in alcuni casi si aggiunge solforosa (  a volte troppa!) ma nella maggior parte dei casi  no . È  comunque molto difficile  dare una  definizione esaustiva per i vini naturali, in primo luogo perché non esiste un unico disciplinare condiviso da tutti . Negli ultimi anni poi cercare di definirlo ha prodotto confronti aspri tra vari gruppi, associazioni ecc , . Questo proposito ha  sollevato anche un grande dibattito, alimentato molte polemiche cresciute soprattutto  per  questioni di mercato. Comunque in estrema sintesi credo che oggi ci siano due tipologie di vignaioli "natur" : quelli pienamente convinti che sia l’unico modo possibile per produrre vino e per rispettare il pianeta terra, e quelli che vedono in questa scelta una fetta di mercato buona da cavalcare. A volte le due "categorie"  possono anche  " fondersi".

 

Conclusioni

 

Se si escludono i vini biologici certificati, nel mondo dei vini "Green" regna quindi una gran confusione. Confusione che porta a dubitare della reale sincerità e dei propositi di alcuni produttori che si autocertificano.  Anche perchè c'è un'altra cosa che alimenta, come dire, una maggior diffidenza. Si tratta della speculazione. Insomma nel nome del "business" ci si approfitta della situazione , come ho già sostenuto in precedenza, più di quanto si possa immaginare . Spesso il controllore è lo stesso controllato. E poi  mi danno molto da pensare alcuni promotori-distributori che fanno passare per biologici o biodinamici, vini che sono tutt'altro che "green". Quindi non solo  produttori che si autocertificano  biologici, biodinamici, "naturali", eco-sostenibili ecc ecc . O peggio ancora  le  guide che lo fanno  in base a quello che raccontano i produttori.  Peggio ancora molti comunicatori del settore  sentenziano su terroir e  vinificazioni a loro piacimento sino ad arrivare a  chi vende vino,  (distributori / rappresentanti ) che ultimamente si sentono autorizzati a certificare " "green/naturali"  i prodotti che propongono .

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RISULTATO : COME MUOVERSI 

 

In mezzo a tutta questa confusione un consiglio:  girate un po’ per vigne e cantine. Se avete la possibilità partecipate pure a qualche  vendemmia e  seguite qualche trattamento e qualche  vinificazione. E anche se in genere chi fa vino vi racconta sempre le stesse cose ( “quella vigna è esposta ad est l'altra ecc.....per quel vino  faccio barrique .. per quall'altro botte grande .. ecc ) voi  chiedete di più. Cercate di capire come viene  trattata  la vigna. Chiedete cosa succede in cantina. E se il produttore è onesto  non usa  diserbanti, e nel rispetto delle annate non utilizza troppi  prodotti di sintesi  ecc ecc... e la sua uva  viene vinificata con la giusta solforosa e  senza troppi interventi e prodotti aggiunti siete sulla strada giusta. Se poi riesce addirittura lavando l'uva ( in modo da non renderla sterile  cosa purtroppo rara... ( conosco solo un produttore che lo fa) ad eliminare  da essa i prodotti di sintesi  e pure   i metalli pesanti  riducendo  così in cantina  al minimo la solforosa e la bentonite, abolendo completamente enzimi, chiarificanti, gomma arabica o altre sostanze " estranee"  ottenendo poi  alla fine un vino buono e pulito, magari senza  filtrarlo troppo avete raggiunto il massimo del bere bene e sano . Comunque al di là di questi  più che positivi "eccessi"  c'è da dire che  il mercato dei biopesticidi sopratutto per combattere le malattie fungine della vite  è in forte crescita  e ci fa capire che anche chi non è  bio certificato usa sempre di più sostanze naturali sopratutto per combattere le malattie fungine della vite escluso aimè la peronospora ( vedi pag. In vigna)

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I naturali a tutti i costi

 

Ho sentito dire che alcuni “fans” più accesi dei vini naturali, ultimamente  hanno accusato un produttore  di questo tipo di vini  puntando il dito su di lui perchè i suoi prodotti  risultavano  troppo puliti. Mah! Sarà vero? Non so. So solo che oggi più che mai gli appassionati più scatenati dei vini così detti “natur” sembrano pronti a bere, come dire “con il naso tappato nel nome di questa etica”. Per costoro se un vino è troppo limpido o anche solo troppo pulito è un vino sospetto, un vino “lavorato” . Tristemente per la maggior parte dei "fans" dei vini "Natur"  il difetto in un vino è quasi d’obbligo e rischia di diventare una sorta di “ prova della verità”. Incredibile! Tra questi, sono convinto che ci sia anche qualche buon degustatore  al quale però troppo spesso gli  si  innesca un ragionamento a parer mio devastante. Del tipo: siccome non è buono, puzza ha il Brett. ecc, allora è autentico, vero, un “nature” a tutti gli effetti. Risultato: me lo bevo anche se non è buono. Altri invece come mi è capitato ultimamente assaggiando alcuni vini “nature” ( molti sentiti  solo al naso- altri sputati subito) tutti difettosi con un addetto ai lavori acerrimo sostenitore di questi vini ho capito che non sentiva nulla! La prova è arrivata subito dopo vedendo cosa ha mangiato , ma soprattutto quanto ha fumato!